Mercoledi, 06/05/2020 - Abbiamo assistito ad animate discussioni su come affrontare la pandemia da coronavirus davanti al presidente Conte, nelle aule Parlametari ma, a parte gli interventi di Giorgia Meloni, non si è visto emergere un particolare spazio occupato dalle donne.
In realtà le donne Parlamentari hanno vissuto con pienezza questi mesi di lockdown e ci hanno raccontato i loro disagi nei palazzi istituzionali dove nei primi giorni si è lavorato nel caos, nella paura del contagio e nella difficoltà di definire le misure di sicurezza per i necessari lavori assembleari. Poi le teleconferenze, nei lavori in Commissione, e i distanziamenti dei posti nelle aule (invase dai parlamentari anche le tribune stampa e quelle per gli ospiti e il corpo diplomatico), hanno permesso una ripresa di attività ma le difficoltà non sono finite, soprattutto per i Deputati e Senatori fuori sede, che hanno avuto seri problemi per gli spostamenti tra Roma e le sedi di residenza. Ne è testimone la Senatrice della Lega Nord Erika Stefani, residente a Treviso e che ha avuto difficoltà a trovare i treni per venire a Roma e che, quando si è adattata a prendere la macchina, si è dovuta rassegnare a tempi di viaggio lunghi, scanditi dai tanti controlli nei vari posti di blocco incontrati. E in difficoltà ci si è anche imbattuti nell’arrivare a Roma e poi nel tornare a casa nel fine settimana, quando si è dovuta evitare l’imposizione della quarantena prevista per l’arrivo da diverse Regioni e la richiesta di controlli con tamponi che non sempre si trovavano a disposizione. Parlando però con le varie Parlamentari impegnate in questi mesi risulta chiaro che ognuna ha un ricordo forte di questo periodo, anche per le tante richieste di aiuto e chiarimento di cui sono state oggetto nel loro territorio di competenza. Richieste di aiuto che non sono mancate a nessuna, da parte delle tante persone spaventate dal lavoro perso, e richieste di chiarimento sulle disposizioni del Governo, non sempre dettagliate ed esaurienti. In Veneto, ad esempio, Regione altamente industrializzata anche da ditte galvaniche, la senatrice Stefani ha dovuto farsi spesso da tramite tra le norme varate dal Governo per garantire i beni di prima necessità e le aperture, concesse o non, alle tante aziende e imprese impegnate nella produzione di particolari oggetti (bulloni, asticelle, tubature e altro materiale necessario per la fabbricazione di letti, barelle, strumenti vari di cui aumentava e si scopriva continuamente il bisogno) e su cui però non si trovavano indicazioni certe nei vari Dpcm e decreti varati dal Governo. Le Parlamentari si sono sentite anche loro in prima linea, impegnate sui bisogni emergenti e guidate dalle loro competenze a sensibilità specifiche. Chi ha ruoli organizzativi e di responsabilità per definire le posizioni di gruppo, come la Senatrice Loredana de Petris, capogruppo di LeU, ha dovuto partecipare ai lavori di approfondimento su tutti i Decreti legge e Dpcm varati per la salvaguardia della nostra salute, per non bloccare del tutto la nostra economia e per permettere la sopravvivenza dignitosa delle categorie più deboli. Le prime misure, dice la senatrice De Petris, non avevano tenuto sufficientemente conto dei più poveri e lei si è battuta e si sta battendo ancora perché i lavoratori in nero, i lavoratori saltuari, le badanti e le colf trovino un aiuto concreto nella misure che dovranno essere scritte nel decreto di Maggio. “Si dovrà regolarizzare l’esercito dei lavoratori invisibili e si dovrà tenere conto che aumenteranno le disuguaglianze e le difficoltà psicologiche inevitabili nel riprendere una vita 'normale' ma che non riproporrà la normalità a cui eravamo abituati” dice De Petris.
Paola Binetti, senatrice di Forza Italia e vicina alla Chiesa Cattolica, si è mossa anche lei, in particolare, sulle nuove povertà e si è battuta perché il problema della cura agli anziani e ai malati rari, lasciati ancora più soli in questi frangenti, trovasse uno spazio che non è mai riuscita a far considerare quanto voluto. “Proprio nei momenti in cui gli ospedali sono indisponibili per i malati ordinari e le Case di Riposo hanno proposto drammaticamente le loro fragilità, si dovrebbe tener conto di quanto importante sarebbe investire per permettere l’assistenza a casa”. Lei ha proposto emendamenti per finanziare l’assistenza domiciliare proponendo anche come trovarne i fondi, togliendo in pratica agevolazioni fiscali alle multinazionali del tabacco. Ma i suoi emendamenti sono stati bocciati. La senatrice Alessandra Maiorino, 5S, si è battuta in particolare per la difesa delle donne dalla violenza domestica ottenendo (lavorando insieme alle Associazioni, alle forze dell’ordine, al Comune e al ministero delle Pari Opportunità) che il numero telefonico 1522, predisposto per la denuncia e l’aiuto nei casi di violenza si trasformasse in una chat utilizzabile facilmente da chi non ha la privacy necessaria per comunicare con il Telefono Rosa e ha anche proposto emendamenti ai decreti perché si trovino fondi per aiutare le donne vittime di tratta, che in questo periodo sono particolarmente a rischio di povertà e contagi, affinché trovino la forza e l’occasione per uscire dalla loro vita spesso disperata, aiutate in un percorso di reinserimento che richiede fondi e anche un salto culturale nel rispetto della dignità delle persone . La senatrice Valeria Fedeli, del PD, da sempre impegnata sui diritti umani e sui temi delle donne, in questi mesi ha trovato un nuovo tema di impegno nella digitalizzazione. Attraverso il sistema digitale si sono permessi spiragli di vita normale, per i lavori in Parlamento come per i lavori a casa e come le lezioni delle scuole, ricorda le senatrice Fedeli, che vorrebbe che da questa esperienza emergenziale scaturisse un impegno duraturo di alfabetizzazione digitale della società adulta e infantile, tanto più necessaria perché dall’emergenza coronavirus, dice, non si uscirà in pochi mesi. E la senatrice Fedeli vorrebbe anche che da questo periodo che ha rimesso in primo piano lavori divenuti colpevolmente e immeritatamente secondari, come quelli negli ospedali, nelle case, nei campi, nelle piccole e medie imprese, se ne uscisse con una rivalutazione e un ammodernamento degli strumenti predisposti per la valorizzazione di questi lavori, magari cercando i fondi necessari nel mettere finalmente in atto quel progetto di lotta all’evasione e all’erosione fiscale di cui si parla sempre, ma che non si attua mai. C’è poi chi, come la senatrice Isabella Rauti ha presentato un disegno di legge per il riconoscimento delle tante vite mietute da chi, come medici e infermieri si sono prodigati senza risparmio per fronteggiare l’epidemie e c’è poi un tema, che è anche una protesta avanzata da tutte, ma proprio tutte le parlamentari donne sei vari gruppi. Da destra e da sinistra l’indignazione è forte per l’assenza di donne tra le centinaia di componenti dei vari comitati e task force che affiancano il Governo nel fronteggiare l’emergenza coronavirus. Non ci sono virologhe, edidemiologhe, economiste capaci tra le donne del nostro paese? Sono state proposte mozioni dalle donne dei gruppi di destra e di sinistra e la richiesta è che l’inserimento di donne in questi comitati sia immediata e non “in piu’l rispetto alla componente uomini esistente ma “al posto di”. Avranno ascolto. Sono compatte e tante, la richiesta non può cadere nel silenzio.
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