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Coraggio e ipocrisia

Coraggio e ipocrisia

Prostituzione - "Se fosse vero che la preoccupazione sono le nudità femminili ci aspetteremmo, logicamente, analogo provvedimento finalizzato a limitare la scollatura dei perizoma di vallette e ballerine che scodinzolano tutto il giorno in tv".

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008

Sradicare la prostituzione? Combattere il fenomeno? Non esageriamo, in fondo si tratta del ‘mestiere più antico del mondo’. E infatti la signora Mara Carfagna, ministra alle Pari Opportunità, non si è posta questi obiettivi nel proporre il decreto definito ‘contro la prostituzione’. La preoccupazione, sua e del governo, è solo quella di ‘ripulire le strade’ dalla visione di nudità più o meno scabrose. Altro problema che lamentano i residenti - per lo meno quelli intervistati nei vari servizi dei TG - è l’imbarazzo di dover rispondere alle domande dei bambini. Quindi punire i clienti e le prostitute, posti sullo stesso piano, risponde ad una esigenza di decenza pubblica o, per meglio dire, di bigottismo condito con quel tanto di ipocrisia indispensabile in queste circostanze. Se fosse vero che la preoccupazione sono le nudità femminili ci aspetteremmo, logicamente, analogo provvedimento finalizzato a limitare la scollatura dei perizoma di vallette e ballerine che scodinzolano tutto il giorno in tv. Però, siccome i fondoschiena delle donne fanno cassa, dubitiamo che ciò possa avvenire, con buona pace della coerenza e della intermittente morale pubblica. L’altra esigenza cui risponde il decreto approvato dal governo è continuare ad alimentare l’enfasi sul tema della sicurezza. In fondo anche gli schiamazzi notturni e le soste temporanee delle vetture dei clienti disturbano una retrograda idea di ordine sociale. La Ministra ha precisato che il provvedimento intende porre il “divieto di prostituirsi in luoghi pubblici” e che, pur provando “orrore per chi vende il proprio corpo”, non ha intenzione di “normare la prostituzione nelle case private”. Insomma le mani dentro a quanto si agita intorno al fenomeno della prostituzione la Ministra non ce le mette: né parlando delle fragilità emotive e delle devianze che inducono milioni di uomini ad acquistare sesso, né sul versante della criminalità organizzata che con la tratta degli esseri umani (bambini inclusi) fa affari d’oro. Neppure l’ombra, sembra, di un fremito di sorellanza per quelle donne costrette a vendere il proprio corpo per soldi, neppure un dubbio sulla possibilità di accusare gli uomini di una deriva culturale ingiustificata. Clienti e prostitute sono sullo stesso livello, per la Ministra, e sono da sanzionare, lasciando che al chiuso possa accadere qualunque cosa. In questo consistono le sue Pari Opportunità per uomini e donne. Questa idea di ‘rassettare le strade’ nascondendo la polvere sotto al tappeto ha un sapore stantio. Fa tornare in mente quei film degli anni quaranta in cui le donne di servizio con le crestine bianche servivano il caffé ad impettite signore ingioiellate e rassegnate ad essere cornificate dai relativi consorti con le servette di cui sopra. Possibile che una giovane donna alla quale la vita ha riservato la possibilità di vivere un’esperienza importante - e non proprio consueta - come quella di fare la Ministra di un Paese dell’Occidente avanzato di fronte ad una questione come quella della prostituzione, non sia riuscita ad immaginare altro che ‘nascondere la polvere sotto il tappeto”? Non abbia avuto il coraggio di proporre altro o non ha altro da proporre? Quando si sente tuonare contro la gerontocrazia italiana è facile essere d’accordo, e l’idea che per rinnovare l’Italia basterebbe affidare il potere a chi ha meno di 40 anni ci conforta. E’ un’ancora di salvezza nel naufragio quotidiano di ideali e malapolitica. Ma di fronte a idee vecchie partorite da menti giovani si rimane impietriti. E viene da dire che, davvero, per il Belpaese non ci sono più speranze.


(28 ottobre 2008)

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