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Coraggio e dignità

Coraggio e dignità

Idee -

Iori Catia Mercoledi, 22/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010

Sono convinta che saranno le donne a salvare il nostro Paese dall’abisso in cui sta precipitando. Saranno le donne a dare la scossa finale a questo massacro che sta logorando il tessuto più vitale dell’economia e della politica. Siamo noi a poter dimostrare, escort permettendo, cosa siano dignità e rigore. L’essenza della vita e del suo valore ci appartiene per natura. Il rigore con cui pianificare l’economia domestica per assicurare a figli e consorte un accettabile tenore di vita ce lo insegnano fin da ragazzine. L’infermiera di Napoli che si “svena” per protestare contro il blocco dello stipendio nell’ASL in cui lavorava era una delle tante donne invisibili in un’Italia che usa tutti i palcoscenici possibili per nascondere il vuoto ideale e progettuale.

Certo si tratta di un atto estremo dettato dall’angoscia di finire nell’imbuto del precariato ma anche di ribellione legittima contro l’ingiustizia subita “lo stipendio è un diritto delle persone che lavorano - aveva detto - con l’amarezza di chi sente tradita la sua dignità di persone e di lavoratrice“.

Mi stupisce che nessuno parli più della BUSI, nota anchorwomen del tg che si è dimessa da conduttrice perché non condivideva l’informazione di parte e deviata di quel Minzolini di cui faremo fatica a tenere memoria. Lei era convinta di servire la pubblica informazione e non voleva ignorare il paese reale, e ha perciò rifiutato di alimentare la propaganda di parte alla verifica del codice giornalistico. E a lei va tutta la mia ammirazione. Poteva stare al suo posto come gran parte dei suoi colleghi. Per quieto vivere o per garantirsi la poltrona comoda e ben pagata. E invece non ce l’ha fatta, per rispetto a se stessa alle su convinzioni, al suo impegno professionale. E brava Maria Luisa. Hai scosso un paese abulico e anestetizzato dai pifferai magici e da uomini privi di colonna vertebrale. Quella che serve per darti la statura di un umano per intenderci. Le voci di queste donne, forti e solitarie, aprono alla speranza di un futuro possibile in cui la paura ceda il passo alla dignità e all’orgoglio, consapevoli che dopo le prime sofferenze, la vita premia sempre chi si espone, chi dice la sua, chi gioca con lealtà il suo destino. Guai se così non fosse: mi vergognerei a guardare negli occhi i piccoli delle mie amiche che si aprono alla vita. Loro si meritano qualcosa di meglio, un briciolo di vigore per affrontare un futuro che a tratti pare ingoiato dall’indifferenza e dal cinismo.



(27 dicembre 2010)

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