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Coppia allo specchio / La 'bambina'

Coppia allo specchio / La 'bambina'

Libera intervista a lei e a lui sul medesimo argomento

Mercoledi, 10/04/2013 - Lei



Che stress avere una figlia di quindici anni e un marito antiquato, vieux jeux

come diceva mia madre. Solo che non è un gioco, né vecchio né nuovo, ma una litigata dal mattino alla sera.

Maria Eugenia sta sbocciando e fisicamente ormai è una giovane donna. Io le riconosco un certo numero di diritti, ad esempio quello di vestirsi come le pare. Alla sua età io chiedevo ancora il permesso per andare al cinema di sabato pomeriggio con le amiche. Per lei non deve essere così: se vuole me lo dice, se non vuole lascia perdere. Io, questa, la chiamo fiducia.

Le riconosco anche il diritto di avere un ragazzo, senza per questo chiederle di farmi il rendiconto tutte le volte che lo vede: se vuole parlarne io sono qui, se vuole tacere, amiche come prima. Ai miei tempi, il ragazzo si chiamava filarino e, per le intellettuali che studiavano inglese, boy friend, ma i miei lo chiamavano in un altro modo, che non può essere scritto e io lo incontravo per lo più di nascosto.

Di solito Mauro viene di pomeriggio: lui è bravissimo in matematica e le spiega quello che lei non ha capito. Vanno in camera, si chiudono e studiano: almeno così mi dicono. Quando spuntano fuori, si gettano sul frigo e spazzolano tutto quello che trovano. Poi lui saluta educatamente e se ne va.

Ad ogni buon conto, la settimana scorsa, ho preso Maria Eugenia e le ho proposto di andare dal ginecologo, caso mai fosse interessata dalla contraccezione. Lei mi ha guardato con compassione: "Ma dai, ma'!" e io ho cambiato discorso sentendomi una cretina.

Allora non riesco proprio a capire perché, giovedì pomeriggio che Gino era a casa, è successo il finimondo. Ci mancava solo che buttasse giù la porta. Mi ha urlato che casa nostra non è un... beh, lasciamo perdere, lo farà per troppo bene, però...





Lui



Finalmente qualcuno che mi ascolta: abbiamo una bambina, tu lo sai, ha quindici anni, ma è fatta come una donna. Da un po' di tempo si veste come una poco di buono, con un coso, non so se è un pantalone o una calzamaglia aderentissima, sopra ci mette una maglia appena lunga che non le copre neanche il sedere e si vedono tutte le forme. Ti pare normale?

Tutti gli uomini si girano a guardare – io lo so, io sono un uomo – e di sicuro pensano a quanto gli piacerebbe allungare le mani. E' una situazione che mi fa diventare matto.

E poi, Elvira che le dà ragione: ha diritto di essere libera di vivere la sua vita, dice. Invece io, quando la vedo uscire vestita così, mi si annoda una rabbia nello stomaco che non sempre riesco a stare zitto. Allora lei si inalbera, si offende: "Ma per chi la prendi? Adesso vanno tutte vestite così! Non siamo più nell'ottocento, tu non vuoi una figlia, vuoi una monaca." e, per non litigare di brutto, devo cambiare discorso. Insomma, lasciare che la mia bambina si comporti così.

Ieri, poi, è venuta a casa con uno, un compagno dice l'Elvira. Io fatto lo spiritoso per non trascendere: di classe o di partito, lo ho chiesto, e lei mi ha guardato con un'espressione di commiserazione, tipo "povero scemo!

E poi si sono chiusi in camera: ancora non credo ai miei occhi. Non ce l'ho fatta più, sono andato a dirle: questa porta deve restare aperta! La prima volta non ha risposto nessuno. La seconda mia moglie mi ha detto "Perché non ti fai i fatti tuoi?". I fatti miei come? Si tratta di mia figlia, sangue del mio sangue, e io le voglio bene!

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