Mercoledi, 19/06/2013 - Il Senato in mattinata ha ratificato all’unanimità la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne. Prima della votazione, Linda Lanzillotta, vice presidente di Palazzo Madama, ha invitato ad osservare un minuto di silenzio per ricordare tutte le donne vittime di violenza. La legge, già passata alla Camera il 28 maggio scorso, per rendersi effettiva ha bisogno ancora di essere ratificata da altri cinque paesi (ne servono dieci di cui almeno otto europei), altrimenti c’è il rischio che questa venga approvata si, ma solo sulla carta. Si sviluppa in 81 punti e insiste molto sulla prevenzione e sulla formazione. Per le donne riconosce il soccorso immediato, se a commettere violenza è un genitore si stabilisce la tutela del minore, con la possibilità che questo lo possa incontrare dopo un attenta valutazione dei rischi. Uno dei passi importanti della Convenzione è il riconoscimento della violenza maschile sul corpo e sulla psiche della donna, così da poter avviare un reale percorso di prevenzione e di contrasto e di un cambiamento radicale della cultura maschilista che ha reso il femminicidio un tabù. La formazione e il cambiamento culturale cominciano nelle scuole e nelle università ed è lì che il fenomeno va compreso nella sua complessità attraverso un’azione di sensibilizzazione con l’introduzione di vere e proprie discipline che aiutino a modificare ruoli, funzioni e tipologie restituendo modelli migliori sull’uguaglianza tra uomini e donne.
L’altro grande tema affrontato riguarda il rispetto della figura femminile nei media e nell’“uso” del corpo nella pubblicità. E’ previsto, inoltre, il potenziamento ai centri di sostegno delle vittime di violenza. Ma uno degli aspetti che rende il testo rivoluzionario rispetto a quanto prodotto in tema di violenze alle donne è che viene riconosciuta la violazione dei diritti umani, imponendo, dunque, agli stati di punire, di risarcire e indicando, inoltre, tutta una serie di comportamenti di violenza che sono: violenza fisica, stalking, stupro, matrimonio forzato, mutilazioni genitali, aborto o sterilizzazione forzata, molestie sessuali. Intanto la Ministra per le pari Opportunità Josefa Idem ha avviato gruppi di lavoro, uno dei quali dovrà non solo monitorare il fenomeno, ma individuarne motivi, fenomeni e elaborarne tutte le informazioni adatte a capire e agire di conseguenza: un Osservatorio sulla violenza di genere coordinato da Linda Laura Sabbadini, capo dipartimento delle Statistiche sociali e ambientali dell’Istat e membro dell’Onu che già si è occupata degli indicatori delle violenze contro le donne. Soddisfazione da parte della presidente della Camera Laura Boldrini: “la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte del Senato, all’unanimità come già era successo alla Camera tre settimane fa, è motivo di soddisfazione e orgoglio. Il segno più tangibile dell’impegno di questo Parlamento su un tema cruciale come quello della violenza alle donne”.
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