UDI nazionale - Presentata la Staffetta contro la violenza sulle donne. Un’anfora passerà di mano in mano, di città in città raccogliendo i pensieri e unificando simbolicamente la lotta e la solidarietà delle donne. L’iniziativa parte da Niscemi e
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008
La Staffetta di donne contro la violenza sulle donne è un evento che durerà un anno nell’intento di “denunciare ogni giorno la violenza che ogni giorno colpisce, nelle sue forme più svariate, dalle più eclatanti alle più subdole, bambine e donne di ogni età, sposate, single e lesbiche, colpisce donne coraggiose come Malalai Kakar, missionarie laiche e suore. Colpisce in ogni parte del mondo”. Con voce unanime il 25 novembre nelle piazze, nelle aule dei consigli comunali o nelle scuole le donne che hanno aderito all’iniziativa dell’UDI – Unione Donne in Italia – spiegheranno perchè la violenza sessuata stravolge i rapporti tra i generi. Dall’UDI affermano che “nessuna convivenza civile e democratica è possibile se non si stabiliscono rapporti civili tra uomini e donne” e il grande interesse che l’iniziativa suscita è testimoniato dalle adesioni che continuano ad arrivare da donne singole e organizzate, così come è significativo che Sindaci di diversa appartenenza politica abbiano messo a disposizione le aule consiliari come sedi per l’avvio della Staffetta. “Altrettanto significativa è la mobilitazione di tante giovani donne che stanno lavorando per la riuscita dell'evento” dichiarano con soddisfazione le organizzatrici, giovani donne presenti numerose anche alla conferenza stampa di presentazione a Roma.
Il 25 aprile in tutta Italia “nelle scuole, nelle aule consiliari, nelle piazze, nelle sedi politiche delle donne o nelle case tra amiche e conoscenti” in contemporanea sarà letto un testo a confermare l’unità di intenti che migliaia di donne si danno come obiettivo, tra gli altri, di questa campagna. Inizia così il testo:
“Ieri Lorena. E Hiina Salem. Oggi Aisha.
Legate da un unico segno, che ha deciso la loro morte.
Aisha stuprata, Aisha che chiede giustizia, Aisha che non vuole mentire, Aisha che per questo – e non perché adultera - viene lapidata.
Ecco che all’improvviso le tante parole che abbiamo detto sul femminicidio oggi ci sembrano troppe. O troppo poche. Chiediamo aiuto ad Adrienne Rich. Con parole che lei ha scritto più di 30 anni fa. Lorena, Hina e Aisha non erano ancora nate.
Ma come Lorena, Hina e Aisha tante donne erano già state tolte a se stesse”.
Ed ecco una delle frasi di Adrienne Rich “… Se noi riusciremo , con le nostre parole, a rompere silenzi storici, liberando noi stesse dai nostri problemi, questo sarà già un nuovo modo di agire”, perché insieme e oltre lo slogan “Lorena, Hina e Aisha, ovunque nel mondo, siamo noi!” c’è tanto da condividere, precisano le donne dell’UDI, che spiegano così la scelta delle parole di Adrienne Rich - scrittrice e poeta femminista. “Lei si è espressa in modo non convenzionale sulla condizione delle donne, sull’onore, sulla menzogna, sui rapporti tra i sessi e su molto altro. Inoltre molte parole delle femministe sono state o dimenticate oppure ritenute superate, e invece sono ancora molto attuali. Poi, c’è una ragione più profonda. Alla radice di molte violenze ci sono questioni culturali, legate ai rapporti tra i generi che spesso, soprattutto quando siamo immersi nell’orrore di eventi crudeli come quelli di Aisha, tendiamo senza volerlo a sottovalutare. Oppure, peggio, alcuni fatti vengono liquidati come barbarie e inciviltà lontane dal nostro modo di vivere progredito e occidentale. Noi pensiamo che ci sono situazioni, che pure nella diversità di forme con cui vengono affrontate, dalla lapidazione al marchio d’infamia alla vergogna all’isolamento, hanno comunque e ovunque lo stesso segno. E allora, pensiamo che accanto all’orrore e alla condanna che vede uniti oggi donne e anche uomini, occorre dire con forza alcune cose che forse possono apparire datate nella forma - come nel caso della scelta delle parole di Adrienne Rich - ma non solo sono ancora valide nella sostanza, sono soprattutto dirompenti, perché svelano la radice di ogni violenza”. Perché questo è il principale obiettivo della campagna: condannare la violenza sulle donne e cancellarla dalla faccia della Terra. Come riuscire in questo intento? La strategia adottata è fare in modo che “in Italia come in ogni angolo del mondo, si moltiplichino le occasioni per parlare di questo e per far sì che le donne non siano né sole né isolate. Perché all’origine di ogni violenza, anche di quella che hanno patito Lorena, Hina e Aisha ci sono la solitudine, la colpevolizzazione, la riduzione a corpi inermi privi di ogni cittadinanza, privi di ogni diritto umano”.
Informazioni www.udinazionale.org
Lascia un Commento