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Contro la violenza sulle donne, promuovere la cultura del rispetto

Contro la violenza sulle donne, promuovere la cultura del rispetto

Appello - La Senatrice Vittoria Franco lancia una raccolta firme

Vittoria Franco Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009

Per adesioni scrivere a aida.canobbi@senato.it


Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un crescendo di episodi di violenza contro le donne, dalle atroci aggressioni allo stupro di gruppo, avvenuti soprattutto nella città di Roma.
La violenza contro le donne è un fenomeno che assume ormai i connotati di una vera e propria emergenza nazionale, costituendo la prima causa di morte per le donne e le giovani donne. Come ha registrato una recente ricerca dell'Istat, infatti, sono 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni ad avere subito, nel nostro Paese, violenza sessuale o fisica nel corso della vita, pari a una donna su tre. Di queste, 5 milioni hanno subito violenza sessuale, 1 milione ha subito stupri o tentati stupri. La violenza di genere è soprattutto domestica e avviene ad opera di familiari e conviventi. Ma certo quella che accade casualmente in strada ad opera di sconosciuti non è meno drammatica.
C'è un grande problema di sicurezza nelle città per le donne, che riguarda le periferie isolate e buie, la mancanza di servizi e strumenti adeguati al contrasto tempestivo, la carenza di strutture per il sostegno e la prevenzione.
Di fronte a questi dati così allarmanti ciò che vogliamo denunciare sono la sottovalutazione della gravità del problema e un clima culturale di svilimento della dignità femminile.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sull'ineliminabilità dello stupro per le italiane sono inaccettabili, offensive per le donne che ne sono drammaticamente vittime, lesive della dignità di tutte. Su questo tema non tolleriamo battute e leggerezze. Quelle parole destano gravissime preoccupazioni, perché sono insieme sintomo e causa di questo clima che va combattuto in modo fermo e deciso.
Contro la violenza sulle donne è necessario lavorare sulla prevenzione e promuovere una cultura del riconoscimento della libertà reciproca e del reciproco rispetto tra uomini e donne.
Occorrono politiche concertate, dal trasporto pubblico e privato al commercio, amministratori che promuovano iniziative sul territorio, periferie meno abbandonate, una rete di sostegno. E' necessaria la certezza della pena per chi commette questi reati, anche perché le vittime possano sentirsi sicure. Ma ciò presuppone che si riconosca che il problema esiste, che riguarda le relazioni stesse tra uomini e donne e che richiede un impegno straordinario.
Gli interventi del governo in questo settore sono invece di segno opposto. Non esiste più un piano contro la violenza di genere, non vengono stanziate risorse per i centri antiviolenza, i 20 milioni di euro del 2008 non sono stati reiterati per il 2009, le leggi sullo stalking e sulla violenza sessuale vanno a rilento. Tutti gli emendamenti dell'opposizione per introdurre già nel pacchetto sicurezza misure più stringenti sono stati respinti.

Per questo chiediamo che:

- il ministro dell'interno Maroni venga al più presto in Parlamento a riferire sulla
grave emergenza della violenza contro le donne e sulle misure, anche finanziarie,
che il governo deve mettere in campo al più presto per contrastare il fenomeno e rendere le città più sicure per le donne;
- il Parlamento prenda al più presto in esame le proposte del Pd contro la violenza sulle donne, a sostegno dei centri antiviolenza;
- la legge sullo stalking venga approvata al più presto;
- il governo metta in campo una campagna antiviolenza la quale informi le donne sulle strutture e i servizi di prevenzione e contrasto e preveda corsi di educazione al rispetto della differenza di genere nelle scuole, per promuovere il rispetto della dignità e dei diritti delle donne.
- Il Partito Democratico nelle prossime settimane lancerà una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale per contribuire alla prevenzione e a una cultura del rispetto del corpo femminile.


Roma, 26 gennaio 2009

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