Login Registrati
Contro i matrimoni forzati

Contro i matrimoni forzati

Da Imola - La proposta di un tavolo a chiusura del convegno internazionale "Per forza, non per amore", organizzato dall’associazione interculturale “Trama di Terre”

Piera Francesca Mastantuono Domenica, 24/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2011

Non hanno paura di andare in galera? No, mio padre ha detto di no.

L’ha detto proprio? Sì. Ci hanno minacciato, ha detto che se non la porti indietro noi cerchiamo un altro modo. Ha detto andate dove volete anche dall’altra parte del mondo, io vi trovo.

E poi cosa vuole fare, portarti in Pakistan? Uccidermi.

Tu credi che sarebbe capace? Sì.


Il drammatico dialogo emerge dalla prima indagine sui matrimoni combinati, realizzata in Emilia Romagna nelle comunità migranti (pachistana, indiana, bengalese e magrebina), e presentata a Imola lo scorso 27 maggio, nel convegno internazionale "Per forza, non per amore", organizzato da Trama di Terre con il patrocinio di: Comune di Imola e Regione Emilia Romagna. La ricerca, condotta dal Dipartimento di Studi Sociali dell'Università degli Studi di Milano per conto dell’associazione imolese, si è basata su 44 interviste a vittime di matrimoni forzati, mediatrici culturali, insegnanti, operatrici/ori sociali, rappresentanti di associazioni, e ha messo in luce 33 esperienze. La pratica dei matrimoni forzati, frutto di tradizioni patriarcali sopravvissute a lungo anche in Italia, è ancora oggi diffusa in alcune aree del continente asiatico, nel Maghreb e nell'Africa subsahariana. Le vittime sono per la maggior parte giovani donne e bambine (molte di loro hanno solo 11-12 anni), condotte in Europa nei flussi migratori, e che vivono anche in Emilia Romagna. La costrizione al matrimonio ha sempre esiti drammatici: violenze fisiche e psicologiche, segregazione, stupri, scompensi psichici e della salute, sequestri e rimpatrio forzato nei Paesi d’origine, a volte la morte. Sono tante, troppe, le vittime: Sanaa, Hina, Shahnaz - uccisa per difendere la figlia Nosheen a Novi - e Kaur che per la libertà, rifiutò la vita e si gettò sotto un treno a Soliera, per non subire una vita coniugale imposta da altri dopo la vedovanza. Per questo, Trama di Terre ha lanciato un appello alle istituzioni locali, chiedendo alla Regione Emilia Romagna un tavolo di concertazione per la prevenzione e il contrasto di una pratica che, con l'emigrazione, è una realtà anche in Italia e in Emilia Romagna. "È un’urgenza – dice Tiziana Dal Pra, presidentessa di Trama di Terre - oltre che un dovere verso le nuove generazioni. E noi, come associazione, continueremo a fare pressione e a tenere alta l'attenzione". Come spiega al convegno Barbara Spinelli, avvocata e autrice di “Femminicidio”:"Un tavolo interistituzionale per la creazione di un piano regionale di prevenzione e contrasto sui matrimoni forzati potrebbe essere il luogo ideale dove associazioni e istituzioni sarebbero chiamate, a partire dalle esperienze concrete, a elaborare campagne formative e di sensibilizzazione e linee guida per le operatrici e gli operatori. E potrebbe essere un primo passo per l'estensione dell'articolo 18 del Testo Unico a tutela delle vittime di tratta anche per le donne costrette a matrimoni forzati”. Nel convegno, che ha visto la presenza di 150 partecipanti, sono stati illustrati i casi concreti e le esperienze maturate nel percorso d’accoglienza da Trame di Terre, comparate con quelle delle associazioni Southall Black Sisters di Londra (Inghilterra), Asociation Democratique des Femmes du Maroc di Rabat e Insat di Beni Mellal (Marocco). I materiali del convegno sono disponibili sul sito dell’associazione (www.tramaditerre.org).





Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®