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Contratto di collaborazione ...

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Natalia Maramotti Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006

Il contratto di co.co.co è un contratto di lavoro in cui il prestatore di lavoro agisce in assenza di rischio economico e senza mezzi organizzati di impresa, mediante prestazioni che si ripetono in misura apprezzabile nel tempo. Queste prestazioni sono frutto di un accordo tra le parti, sincronizzate con l’attività del committente, strutturate in maniera funzionale con l’impresa, anche se autonome dal punto di vista organizzativo. Se non si rispettano queste caratteristiche si dà vita ad un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e dunque è possibile fare accertare dal giudice la diversa natura del contratto.

Il debutto del contratto di collaborazione a progetto non ha determinato la totale eclisse del vecchio co.co.co, poiché questo tipo di contratto ancora si utilizza in alcuni casi, per esempio per i collaboratori della pubblica amministrazione, ha tuttavia determinato la necessità che il contratto di collaborazione si ancori ad un programma o progetto specifico e stabilito una netta distinzione rispetto alle collaborazioni c.d. “tipiche”(amministratori di società, sindaci, partecipanti a collegi o commissioni ) che vengono escluse dal campo di applicazione del decreto.

Il progetto può essere inteso come un risultato finale tangibile che si deve raggiungere, mentre un programma consiste nell’esposizione precisa e ordinata di quello che si deve fare in riferimento ad una certa attività.

Ma quello che dovrebbe caratterizzare il co.co.pro. è l’assenza del c.d. vincolo di subordinazione, ossia nell’assoggettamento gerarchico al potere direttivo del datore di lavoro. Troppo spesso sappiamo che nella pratica queste connotazioni, che distinguano il co.co.pro. dal rapporto di lavoro subordinato puro e semplice sono disattese, poiché il contatto nasce , sin dall’origine, come strumento per aggirare l’ostacolo di una assunzione “impegnativa” come quella a tempo indeterminato.

Se ritieni che il contratto che hai concluso, benché formalmente contenga un programma o un progetto, in realtà dissimuli un contratto di lavoro subordinato, ti puoi rivolgere, per valutare se farlo accertare dal Giudice, al Sindacato, alla Direzione Provinciale del Lavoro ed anche alla Consigliera di Parità, che può aiutarti a verificare se la condotta del datore di lavoro abbia anche una valenza discriminatoria in base al sesso.

(1 giugnmo 2006)

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