Intervista a Daniela Valentini - Nel settore agricolo lavorano donne e uomini che fanno della creatività e del rispetto delle tradizioni il loro pilastro
Alice Casali Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Daniela Valentini è stata nominata Assessora all’Agricoltura della Regione Lazio nel 2006. Precedentemente ha ricoperto ruoli importanti nell’amministrazione comunale di Roma, diventando, tra l’altro, con la Giunta Veltroni, Assessora al Commercio. E’ stata la prima donna eletta Presidente di una Circoscrizione della Capitale e amministratore dell’AMA, l’azienda che si occupa dei rifiuti e dell’ambiente nella città.
La sua importante esperienza politica ed amministrativa è stata sempre intrecciata all’interesse per il sociale e per le donne in particolare. E’ fermamente convinta che più donne nella politica e nei governi, centrali e periferici, potrebbero costituire un importante elemento di cambiamento e rinnovamento.
Lei stessa in qualche modo è rappresentante di questo cambiamento: ha saputo coniugare competenze ed attenzione ad un campo specifico -quello dell’agricoltura- dove come afferma spesso, le donne sono nell’ombra, e da quell’ombra occorre farle uscire, per valorizzarle e per lo sviluppo dell’agricoltura del nostro Paese.
Come si presenta l'occupazione femminile nel settore agricolo del Lazio?
E’ un’occupazione che negli ultimi 3 anni è cresciuta moltissimo a testimonianza dell’impegno e della passione che le donne mettono in questo settore. Così come della loro fiducia in un futuro di sviluppo e di crescita dell’agricoltura di cui il nuovo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) rappresenta il principale volano e strumento di rilancio economico non solo del mondo agricolo, ma dell’intera economia regionale. Ad esempio, dopo anni di costante declino, nel 2006 la presenza delle donne in agricoltura è passata da 9 a 18mila unità. Una crescita pari al 100% mantenutasi poi sostanzialmente stabile. Un aumento dell’occupazione con caratteri veramente strutturali. E questo vuol dire un valore aggiunto per il sistema economico, considerando soprattutto il fatto che le donne guidano aziende di media e grande dimensione e tecnologicamente avanzate, così come il 60% di loro punta su coltivazioni biologiche ed ecocompatibili. Sono inoltre attente all’integrazione, dato che il 25% assume spesso manodopera straniera. Il ruolo delle donne si impone infine nelle attività più creative e innovative come gli agriturismo, le fattorie didattiche, la vendita diretta e la biodiversità.
Insomma, donne di qualità che con la loro scelta creano importanti sbocchi occupazionali. E noi, lo scorso 8 marzo, abbiamo voluto premiarle con il titolo di Ambasciatrici dell’Agricoltura.
Il Comitato di Sviluppo Rurale della Commissione Europea, ha approvato nello scorso dicembre il Programma di Sviluppo Rurale del Lazio predisposto dall'Assessorato che lei rappresenta. Dall'analisi del Programma emerge una grande attenzione allo sviluppo dell'occupazione femminile, in particolare rispetto all'imprenditoria femminile, che colloca la Regione Lazio all'avanguardia rispetto alla maggior parte delle Regioni italiane. Cosa ha determinato questa scelta? Quali sono le misure specifiche del programma?
La scelta è stata determinata dal fatto che le donne, e assieme a loro i giovani, sono il futuro di un’agricoltura più moderna e competitiva. E per i giovani e le imprenditrici che vogliono far nascere nel Lazio nuove aziende agricole ci sono circa 200 milioni di euro. Un investimento strutturale che diventerà realtà con la pubblicazione dei bandi del PSR prevista per il prossimo 30 aprile. E le stime ci dicono che potrebbero essere oltre 2000 le future aziende nel Lazio. Abbiamo investito così tanto su di loro per creare nella nostra regione imprese che siano solide e capaci di competere sui mercati nel lungo periodo.
Il PSR stanzia infatti 74 milioni di euro per il primo insediamento, pari al 12% dell’intera programmazione, e circa 140 milioni che fanno parte di un apposito pacchetto di misure destinato proprio alle nuove imprese giovanili e femminili. In tutto un ammontare complessivo che sfiora il 30% delle risorse del PSR. E dei 200 milioni di euro, almeno il 40% è destinato solo alle donne.
Ciò significa che il giovane e la donna che vogliono aprire una nuova azienda, possono disporre non solo dei finanziamenti per l’insediamento, ma presentando un progetto integrato accedono anche ai fondi sia per gli investimenti strutturali (ricambio generazionale, costruzione di una stalla, qualità dei prodotti, innovazione ecc.) sia per i servizi in favore della sua impresa (consulenza, formazione ecc.).
Prima dell'attuale incarico ha ricoperto altri ruoli importanti. Cosa ha significato, anche personalmente, ricoprire questo ruolo?
Ha significato scoprire un mondo attivo, ricco di passione e professionalità. Una realtà che lavora per far arrivare sulle nostre tavole la qualità. Donne e uomini che fanno della creatività e del rispetto delle tradizioni il loro pilastro. Un mondo che è capace di arricchire chiunque vi entri in contatto. E il mio impegno è stato, ed è tuttora, quello di interpretare il ruolo di assessore, lavorando al servizio di tutto questo grande patrimonio economico e culturale e proponendo una strategia capace di rispondere ai bisogni dell’agricoltura e di metterne a sistema tutte le risorse. Creare una nuova architettura per uno sviluppo solido e capace di rilanciare il settore agricolo, rendendolo sempre più moderno e competitivo; un’architettura che la vitalità delle nostre agricoltrici e dei nostri agricoltori sta riempiendo con iniziative e progetti.
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