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Consultori / Albano Laziale: Ordine del Giorno presentato al Consiglio comunale

Consultori / Albano Laziale: Ordine del Giorno presentato al Consiglio comunale

ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ALBANO LAZIALE DEL 30.11.2010 PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO in riferimento alla proposta legge regionale

Lunedi, 29/11/2010 - ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ALBANO LAZIALE DEL 30.11.2010



PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO in riferimento alla



Proposta di L.R. n.21 del 25.05.2010 “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari”.



Visto che in da 26.05.2010 è stata presentata la proposta di L.R. n.21 “Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari, prima firmataria Olimpia Tarzia, che modifica profondamente il funzionamento dei consultori familiari in contrasto alle leggi nazionale in particolare la 194/78 e la 405/75 trasformandoli da servizi sanitari a valenza sociale in servizi sociali rendendo residuale l’intervento di tutela della salute;



considerato che tale proposta prevede di abrogare la legge 15/76, che istituisce i consultori nella nostra regione e che ha prodotto esperienze di eccellenze mutuate anche da altre regioni;



che nella predetta proposta i consultori sono preposti alla tutela “della famiglia” fondata sul matrimonio e ai valori etici da essa espressi, l’unità e la fecondità, con una impostazione ideologica molto marcata;



che tale proposta disconosce che i consultori sono nati per tutelare in primis la salute della donna e che sono aperti alle famiglie di ogni genere, alle copie, alle donne e agli uomini, agli adolescenti anche non accompagnati, alle persone con diverse identità etiche, religiose, culturali;



che la proposta prevede di duplicare obbligatoriamente i percorsi di applicazione della legge 194/78 dando per scontato l’inadeguatezza delle attuali modalità di intervento degli operatori e l’incapacità delle donne e delle coppie di assumere con senso di responsabilità decisioni relative alla propria vita e futuro;



che vengono rilanciati fortemente i consultori organizzati da strutture private non a scopo di lucro e da strutture private lucrative, in questo ultimo caso in contrasto con l’art.2 della L. 405/75, prevedendo la possibilità di accreditarli, di finanziarli con risorse pubbliche e di delegare loro la gestione di servizi consultoriali pubblici;



che la proposta prevede nell’equipe consultoriale una serie di operatori dal profilo professionale non formato “consulente familiare” “mediatore familiare” “consulente etico”, ignorando che a norma dell’art.117 della Costituzione è competenza esclusiva dello stato l’istituzione di nuove figure professionali;



che viene prevista l’istituzione di comitati bioetici regionali che dovrebbero valutare l’attività dei consultori, interferendo con l’autonomia e la deontologia dei professionisti che operano nei consultori pubblici.

CONSIDERANDO



che per gli oltre quarantamila abitanti del nostro Comune sono attivati solo due consultori, “che erogano il servizio anche per i residenti dei Comuni limitrofi” tutti e due i consultori presentano gravi carenze strutturali, oltre gli organici estremamente limitati; che malgrado tali difficoltà i consultori offrono molteplici servizi di prevenzione e tutela della salute che raggiungono donne, giovani coppie e famiglie. A solo titolo esemplificativo ricordiamo gli spazi adolescenti, i corsi di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, oltre ai corsi di preparazione al parto.

L’intervento concernente le richieste di interruzione volontaria di gravidanza rappresenta solo una minima parte del lavoro consultoriale e che i dati di attività registrano negli anni una flessione di richieste da parte delle donne italiane, e un incremento di richieste delle donne immigrate;



VALUTATO



che nella proposta di legge non si fa alcun riferimento ai compiti di informazione e prevenzione rispetto alla salute della donna ed alla contraccezione;



che la proposta suddetta, in un quadro di piano di rientro rispetto alla sanità nel Lazio, in cui le risorse sono già scarse, sottrae ulteriori finanziamenti alla rete consultoriale pubblica per finanziare strutture private il cui fine pubblico non può essere supposto, ma va attentamente verificato;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ALBANO LAZIALE

IMPEGNA IL PRESIDENTE , IL SINDACO



a rappresentate al Presidente della Regione Lazio e al Presidente del Consiglio Regionale i rilievi critici formulati dal Consiglio Comunale di Albano Laziale alla proposta di legge regionale N° 21 di riforma dei consultori di iniziativa della Consigliera Regionale Olimpia Tarzia, chiedendo inoltre al Presidente della Commissione Regionale servizi sociali che esamina le proposte in materia di essere auditi, come Consiglio Comunale;



a chiedere che siano stanziati idonei finanziamenti finalizzati ad adeguare, anche nel Comune di Albano Laziale, il numero dei consultori agli standard previsti dalla normativa presente ed adeguarne gli organici e le attrezzature;



ad organizzare sul territorio una riflessione sul ruolo e i compiti dei servizi consultoriali con la Azienda USL RMH2, coinvolgendo le proprie cittadine e cittadini, l’associazionismo, le organizzazioni professionali, sindacali e gli operatori dei servizi.





Proposta di O.D.G. sollecitata dall’incontro pubblico che si è tenuto venerdì 26 novembre 2010 organizzato dall’Associazione culturale “8 marzo” con l’adesione dell’assemblea delle donne dei consultori della RMH, gli operatori, le associazioni e i comitati, i partiti, le organizzazioni sindacali (SPI territoriale)

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