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Consulta nell’ottica delle donne. “Un contributo vero”

Consulta nell’ottica delle donne. “Un contributo vero”

Alle formidabili 34, augurio di buon lavoro da Noidonne

Giovedi, 07/04/2016 -
Consulta nell’ottica delle donne. “Un contributo vero”

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



Cosa potranno dirsi scienziate ed esperte di fama internazionale che discuteranno di scienze della vita, genetica e cultura digitale, partendo da una questione antropologica, appunto, che riguarda la ricerca di una definizione su cosa significhi essere persone umane?



Cosa potranno dirsi 34 donne scelte dalla Chiesa cattolica con il duplice obiettivo da una parte di porre al centro la questione etica, che pare venga trascurata dalla scienza e dall’altra avviare un dibattito che coinvolga la Chiesa in queste tematiche hard, very hard?



E’ nata recentemente una Consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede, permanente, formata da 34 donne, non solo cattoliche e non solo credenti, italiane, europee, e di altre nazionalità. Una consulta eterogenea, che si avvarrà anche del sostegno di una rete di corrispondenti provenienti da tutto il mondo.



Solo donne che fanno parte della Consulta, organismo che è stato promosso da Sua Eminenza Cardinale Gianfranco Ravasi, età 73 anni, dal 2007 presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, biblista italiano, teologo ed ebraista.



Cosa si aspetta il Cardinal Ravasi dal sapere di 34 donne che lui uomo di cultura già non sappia?



Come lui stesso ha detto la Consulta nasce: “al fine di ricevere pareri non per colorare di rosa questo Dicastero, ma per offrire un punto di vista diverso e un contributo vero», sui vari progetti in corso, ma anche idee e proposte per nuove iniziative e fornire aiuto per individuare priorità culturali, nell’ottica delle donne.



La Consulta ha cominciato così a dare il proprio contributo. Nel frattempo, sta riflettendo sulla modalità per essere presente nell’anno giubilare della Misericordia. Con uno sguardo femminile che porti ricchezza, competenza e modernità



Il progetto è stato formalizzato giovedì scorso con la consegna delle lettere di incarico ad un gruppo di 34 donne.



E’ stato affidato il coordinamento alla sociologa Consuelo Corradi, pro rettore alla Lumsa, affiancata in questo compito da Emma Madigan, Ambasciatrice d’Irlanda presso la Santa Sede.



«Non saremo chiuse in una riserva. – ha esordito Consuelo Corradi- “ Qui si tratta di incidere su tutte le attività del Dicastero, a partire dal nostro punto di vista specifico». «La Consulta —ha incalzato — si riunirà tre volte all’anno, ma tra i gruppi di lavoro lo scambio sarà continuo. Ci incontreremo qui al Pontificio Consiglio e saremo in contatto telematico con chi è lontana».



In apertura si è illustrata la traccia della Plenaria in preparazione per l’autunno del 2017 dedicata alle «Nuove sfide antropologiche».



Questa Consulta Femminile ha molte analogie con il “Tavolo delle donne consacrate e laiche.” che istituimmo all’USMI Nazionale tra le Superiore Maggiori, le donne di spicco delle associazioni cattoliche e le laiche, donne delle istituzioni, della politica italiana, giornaliste, e della cultura.



A 50 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, infatti, il “Tavolo delle donne Consacrate e laiche", appartenenti ad ideologie e credi diversi, si concentrò sulla rilettura della Carta dei Diritti Umani.



Gli elementi di novità, come ho già raccontato in questo giornale, (Le donne non siano straniere alle donne

Come si apre la porta della Misericordia), che caratterizzarono la rilettura furono in primis il titolo che da “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” divenne “Dichiarazione Universale dei diritti dell’umanità”, e aggiungemmo la parte mancante femminile a tutto il testo neutro e totalmente maschile. Affermammo che i diritti soggettivi trovano la loro ragion d’essere nell’intrinseca dignità della persona umana, prima ancora che nel diritto oggettivo; la esplicita condanna della pena di morte; il rifiuto di qualsiasi forma di schiavitù per gli esseri umani e di sfruttamento dei minori e del loro lavoro; la tutela dell’embrione umano dallo sfruttamento per scopi commerciali o anche scientifici non a fini terapeutici; la tutela del pianeta terra e di tutti i beni naturali, in quanto patrimonio dell’umanità presente e futura; la tutela della famiglia; la tutela della propria dignità e della privacy.



Correva l’anno 1996. La nostra pratica ci portò a condurre insieme un lavoro politico importante. Per un anno studiammo e discutemmo, apportando un contributo collettivo di esperienza e di professionalità, di sensibilità che affermasse la cultura del rispetto della dignità della persona. Noi eravamo 20 donne. Ci fu un confronto esterno nazionale e internazionale a largo raggio.



Tutto visto da un’ottica delle donne.



Potrebbe essere interessante un confronto anche virtuale tra le donne della Consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede, e noi che facemmo parte del “Tavolo delle donne Consacrate e Laiche" .



Credo molto nell’istituzione della Consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede, permanente, formata da 34 donne con augurio di buon lavoro.

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