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Conoscere le parole

Conoscere le parole

Dico dunque sono - "Care lettrici, andate a scoprire e segnalateci se, in quanto cittadine, siete riconosciute come tali dalla vostra Amministrazione oppure se fate parte di quel “falso neutro” che è in realtà termine maschile"...

Morselli Gianna Martedi, 02/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009



"Le parole che usiamo nascondono o smascherano le paure e i (pre)concetti che i condizionamenti generano. interiorizziamo i condizionamenti al punto da non riconoscerli più come tali"



Da “Conoscere le parole” di Cinzia Ricci


In queste settimane andiamo a votare per le elezioni Amministrative ed Europee. Navigando sul web, mi sono andata a guardare diversi “Statuti” comunali e ho constatato che sono proprio pochi quelli che prevedono buone prassi o norme di democrazia paritaria.

Sappiamo bene che non possiamo pretendere! La cosa però, più significativa, che ho notato è che proprio non è prevista l'identità femminile, si parla di cittadini, di bambini, di consiglieri, di sindaci tutti coniugati solo al maschile, sia al singolare che al plurale.

Quando si dice che le parole hanno un peso non è per piaggeria, le parole danno significato ai concetti alle pratiche, alla sostanza.

Il linguaggio è uno strumento potente da sempre usato per imprimere, fin dalla nascita, nel nostro inconscio, una costruzione della realtà secondo un preciso ordine sociale che ci governa da secoli. Uscirne fuori è tutt'altro che facile ma dal momento stesso che ci si rende conto del grande inganno, uno spiraglio di luce ci fa intravedere la possibilità di potere cambiare punto di vista.

Questo tipo di operazione mentale diventa uno strumento potente che ci permette di riconoscere, evidenziare e smascherare l'uso sessista della lingua. Persino Francesco Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca, già nel lontano 1987 raccomandava un uso non sessista della lingua.

Care lettrici, se vi siete incuriosite, andate a scoprire e segnalateci se, in quanto cittadine, siete riconosciute come tali dalla vostra Amministrazione oppure se fate parte di quel “falso neutro” che è in realtà termine maschile, il cammino verso la piena cittadinanza può cominciare anche da qui.



 

(1 giugno 2009)

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