Martedi, 23/06/2015 - Si festeggia in occasione del Solstizio d’estate nella periferia romana in Via Prenestina, 913, presso il Museo MAAM, acronimo per Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia, con la partecipazione del cantante Er Piotta, musicisti e artisti, intellettuali, persone di diverse etnie.
Con la chiusura della vecchia fabbrica di salumi occupata da 200 persone -di cui 50 bambini- in cerca di alloggio, nasce il cantiere etnografico, cinematografico e d’arte “Space Metropoliz”, un modo diverso per abbattere indifferenza e isolamento nel quartiere teatro di proteste anti-immigrati. L’artista antropologo, giornalista, fotografo, filmmaker Giorgio de Finis, in collaborazione con l’artista Carlo Gori, i Blocchi Precari Metropolitani, gli abitanti di Metropoliz crea così il MAAM, un contro-dispositivo e opera situazionalista e relazionale veramente unico nel suo genere, in concorrenza con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale. La differenza è immediatamente evidente: il MAAM è una creazione che con la sua perifericità, la sua totale assenza di fondi, la non asetticità (essendo abitato, cioè occupato è soggetto a minaccia incombente di sgombero) ha avviato un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città e arte e vita. Il progetto è ambizioso, si prefigge di trasformare l’intera fabbrica occupata in un super oggetto e in un soggetto d’arte collettiva, grazie anche al contributo gratuito degli artisti con le loro opere, interagendo con lo spazio, con gli abitanti, tra di loro.
La creatività di Giorgio de Finis, ricercatore e artista a 360° è molto ampia e variegata. Dove c’è l’arte con la sua missione sociale anche le sofferenze più profonde come quelle impresse nelle installazioni e nei murales del Museo possono accogliere l’augurio di una nuova dignità e di una rinnovata speranza. L’arte è essenzialmente unificazione tra popoli e anime di popolo. L’Arte invera la vita, la rende differente da quella comune, mantenendo vivo il legame tra la creatività e il mondo esterno offrendo agli esseri umani la possibilità di collegare le opere creative con un orginario elemento creatore. Per molte persone la vita può essere anche poco vantaggiosa, oscura e l’arte fornisce sollievo nella Luce, che quasi alla stregua del mantello di Martino, offre un’autentica ripresa, nel senso integrativo dell’Io individuale e sociale. L’aspetto sociale dell’arte è essenziale agli esseri umani. L’artista, mediante il suo rapporto con la creazione, esercita la sua natura sensibile senza ignorare la realtà obiettiva.
Molti artisti hanno aderito a questo gesto di dignità e d’incontro vero tra umani. Ci sono nomi di spicco come Michelangelo Pistoletto, con “La Venere degli Stracci”, Mimmo Pesce, con la sua moto di grandi dimensioni, nota per le sfilate contro la guerra, e con la sua testa di bambino post-atomico, per sottolineare la condizione tragica e nefasta dell’atomica, da non ripetere per nessun motivo al mondo. La presenza di moltissimi altri artisti e soprattutto la presenza al femminile è notevole al Maam, nella pluralità dei linguaggi, dai murales forti all’arte concettuale. Tra le tante e validissime presenze di artiste troviamo le opere di Veronica Montanino, con “la stanza dei giochi”, Alice Pasquini, che studia la condizione della donna e dei bambini nelle grandi città, Stefania Fabrizi con “L’ultima battaglia”, Micaela Lattanzio, con “The Flowers”, fino alla videoinstallazione di Monika Pirrone, sensibile alla problematica delle migrazioni.
L’artista e direttore artistico Carlo Gori accompagna i visitatori per comprendere maggiormente il senso di tutte le opere.
Per visitare il MAAM occorre contattare: info@museomaam.it
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