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Connettersi, imparare, condividere. Seconda Conferenza mondiale dei Centri antiviolenza a Washington

Connettersi, imparare, condividere. Seconda Conferenza mondiale dei Centri antiviolenza a Washington

Report da convegno mondiale dei Centri antiviolenza a cui hanno partecipato due delegate di DIRE, Donne in Rete contro la violenza.

Venerdi, 04/05/2012 - All’ ingresso della Conferenza su una mappa del pianeta una fitta serie di puntine colorate indicavano la provenienza dei Centri partecipanti: più di 1500 donne attiviste, tra operatrici dei Centri e sopravvissute, da 96 paesi diversi impegnate in prima linea nella lotta alla violenza di genere.



La conferenza, che si è svolta dal 28.02. al 1.03.2012, è cominciata nella enorme e lussuosa sala dell’hotel che ci ospitava: tra l’andirivieni dell’ottimo buffet e il rumore di piatti e bicchieri, un’assistente sociale nigeriana descriveva la vita delle donne del suo villaggio, del loro lavoro e di come gli uomini le derubano di tutto il denaro che guadagnano; una sopravvissuta del Kenya racconta la notte in cui arrivò la polizia a casa e la trovò picchiata e ferita e l’ufficiale,prima di andarsene, non ebbe altro di meglio da dire che”ma non ce la fate proprio a mettervi d’accordo?”; e poi la testimonianza di Berline che da anni convive con un proiettile in testa sparatole dal marito davanti ai figli o di un famoso attore americano che racconta della sua infanzia come vittima di grave violenza assistita e del suo attuale impegno contro la violenza in famiglia.



In tutto il mondo, le storie di violenza sono le stesse come gli stessi sono i problemi che i movimenti delle donne dei centri affrontano: la scarsità di finanziamenti, il mancato riconoscimento del fenomeno, l’assenza di leggi o la loro mancata applicazione. Ci sono però delle differenze che non possono non notarsi: il Canada, l’Australia, gli USA , alcuni Stati dell’ America Centrale (Messico p.e.) e del Sud, europei (Olanda, Germania, Svezia p.e.) hanno dei Governi che dopo anni di lobbying ed enormi energie messe in campo dai movimenti delle donne e dei Centri Antiviolenza almeno hanno la tematica come parte “fondante” di qualsiasi programma politico, non possono più permettersi di ignorarlo. In tal senso si è sottolineata anche l’influenza fondamentale di accordi internazionali, convenzioni , trattati che riescono a vincolare/indirizzare i singoli Stati e sono uno strumento di lotta/lobbying/advocacy potente per le ONG impegnate sulla violenza alle donne. Delle legislazioni forti, con linguaggi anche per noi “vecchia Europa” abbastanza nuovi, a volte ripresi proprio dalla cultura delle donne, sono il primo segnale di ciò e segnano una possibile evoluzione positiva.

Anche la professionalizzazione consolidata e riconosciuta delle donne che operano sul tema è un evidente risultato in quei paesi dove non è più immaginabile che contro un fenomeno di siffatte dimensioni si lavori ancora solo e/o soprattutto con il volontariato. Questo sta succedendo anche con alcuni paesi “emergenti” (p.e. Europa dell’Est o africani) dove l’attenzione internazionale a seguito di vicende politiche interne violente (p.e. guerre, genocidi e simili) sta introducendo finanziamenti per progetti sulla violenza alle donne che alcuni paesi europei (come l’Italia p.e.) devono realizzare con risorse molto scarse se non nulle.



Alla Conferenza è stata fortissima la presenza delle istituzioni pubbliche americane, con donne veramente autorevoli, competenti, provenienti spesso proprio dalla “base dei movimenti femministi”, a dimostrare che il fenomeno della violenza contro le donne è ben presente nell’agenda politica del paese e che il governo del Presidente Obama e la sua amministrazione è a fianco delle organizzazioni delle donne. Il Governo Obama ha al suo interno per la prima volta una referente per il fenomeno della violenza contro le donne, come ulteriore novità è stato imposto che nei paesi in conflitto, i rappresentanti del governo americano devono assicurarsi che le donne partecipino ai tavoli delle trattative e che la violenza contro le donne deve essere un tema prioritario. Sue sono anche la direttiva che assicura alle vittime di violenza domestica il diritto a non perdere la loro abitazione e le nuove linee guida che impongono a scuole e università di prevenire e combattere il fenomeno della violenza sessuale; inoltre, parte dei nuovi provvedimenti in campo sanitario riguardano l’accesso alle cure delle donne vittime di violenza senza costi aggiuntivi.

Sono note le contraddizioni della politica interna ed estera USA con la quale anche la concreta realizzabilità di buone prassi (politiche e operative) contro la violenza alle donne deve misurarsi ed infatti tutte le esperte presenti dai paesi più “avanzati” sulla tematica (ma anche di qualsiasi parte del mondo) hanno sottolineato quanto impegno e continua attenzione è richiesta per non perdere i risultati raggiunti con grande lavoro e quanto purtroppo sia sempre presente ovunque il pericolo dei c.d. backslahes ovvero di ricadute contraccolpi/recessioni che in poco tempo possono cancellare risultati che si ritenevano ormai consolidati.



Proprio questa consapevolezza ha motivato tante donne di ogni parte del mondo a creare una Rete Globale di Centri Antiviolenza e sin dalla I Conferenza Mondiale svoltasi nel 2008 a Edmonton (Canada) si è lavorato per la creazione del GNWS (Global Network Women's Shelters), che con l’organizzazione della II Conferenza ha dimostrato quanto sia cresciuto e forte e quanto è importante per tutte le realtà nel mondo un suo consolidamento/potenziamento con maggiore rappresentanza in quei continenti (Asia, Africa e America del Sud) attualmente ancora troppo poco presenti. Anna Pramstrahler di Bologna e Marcella Pirrone di Merano/Bolzano sono presenti nel GNWS in rappresentanza dell’ associazione italiana nazionale “D.i.Re- Donne in Rete contro la violenza” .



La Conferenza di Washington ha visto, oltre ad alcune relazioni molto interessanti, molti work-shops che hanno affrontato temi che afferivano alle seguenti 4 aree principali: le pratiche nelle case rifugio e l’individuazione degli ostacoli all’accesso delle donne vittime di violenza: la costruzione di partnerships e il rafforzamento dei servizi per le donne; l’empowerment economico delle vittime; la comunicazione e l’impatto sui media. Due rappresentanti del direttivo di D.i.Re, Imma Tromba di Trieste e Marcella Pirrone hanno partecipato attivamente a tutta la Conferenza.

Una sezione speciale è stata dedicata alle nuove “minacce” rappresentate dall’uso della tecnologia da parte dei violenti per controllare e seguire gli spostamenti delle vittime. Donne che scappano e che si ritrovano con le serrature bloccate e l’auto che non parte; per non parlare dell’hackeraggio dei loro computer e telefoni cellulari: esiste, infatti, un programma molto utilizzato tra i violenti che cancella istantaneamente tutte le comunicazioni sui telefoni, in modo che la donna non possa portare testimonianze in tribunale.



L’organizzazione della Conferenza da parte del GNWS è stata impeccabile e le presenze di Bill Clinton, del premio Oscar Reese Witherspoon, del video messaggio di Hilary Clinton e il concerto finale di Gloria Gaynor che ha visto le 1500 delegate cantare e ballare insieme “I will survive” hanno reso l’evento anche mediaticamente molto celebre.



Durante la Conferenza DIRE è stata ospite di un evento speciale della fondazione Internazionale AVON (finanziatrice da anni di molti progetti antiviolenza in tutto il mondo) ove oltre alla premiazione di quattro campagne di comunicazione sulla violenza contro le donne, sono state scelte per il suo 125esimo anno alcune realtà da sostenere con una donazione “ad hoc”: D.i.Re. ha – come altri 20 progetti sparsi per il mondo - ricevuto dall’attrice Witherspoon, testimonial della Campagna Avon, il premio di ben 60.000 $ per realizzare un progetto di rafforzamento dei centri italiani a livello locale e nazionale a cui D.i.Re ha dato il nome Ravona e che si svolgerà da giugno 2012 a marzo 2013.



Insomma un evento veramente interessante che ha messo in moto tante energie, idee, dato a noi italiane molto nuovi spunti e voglia di connetterci sempre di più con le tante altre attive nel mondo . Certo non tutte le risposte sono state trovate, ma la conferenza ha ben mostrato al mondo il potere della voce delle donne.



Marcella Pirrone e Imma Tromba D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza

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