Dal 30 Luglio al 6 Agosto 2011, in Costa Rica si terrà il Congresso triennale della WILPF (Women’s International League for Peace and Freedom) ed è anche propedeutico al prossimo grande incontro internazionale del 2015 in onore del centenario della stessa WILPF.
In Costa Rica, oltre alle normali scadenze statutarie, si affronteranno anche delle nuove tematiche, come quelle inerenti il diritto al cibo nel sud del mondo o “la giustizia sociale nei cambiamenti climatici.” Infatti, nel 2009, la sezione francese della WILPF era stata incaricata di redigere, per il Congresso, un documento dedicato ad una “Nuova visione della WILPF nel 2011” testo che parte essenzialmente da una rivisitazione dell’art. 3 dello Statuto del 1919, secondo il quale: “La WILPF considère comme son objectif ultime l’instauration d’un ordre économique international basé sur le principe de la satisfaction des besoins de tous e non sur le profit e le privilège”.
La WILPF è capillarmente diffusa in tutto il mondo, ben 36 sezioni più Haiti, e l’intento futuro è quello di proseguire nel solco tracciato nel 1915 dalle madri fondatrici quasi un secolo fa, per una league longeva, contro i massacri delle guerre e per la costruzione di pace e di una giustizia sociale.
Abbiamo intervistato Antonia Sani, presidente WILPF Italia.
Quali sono le prossime iniziative della sezione italiana della WILPF?
La WILPF ha come sua caratteristica principale “l’internazionalità”- mi si passi il termine.
L’associazione, che si costituisce a Zurigo nel 1919 con un regolare statuto, nasce come movimento di donne di diverse nazionalità che si incontrano a L’Aja nel 1915 e si uniscono per dare vita a una lega contro la “follia” della guerra, per una pace giusta raggiunta senza l’uso delle armi...
Le sezioni oggi diffuse in tutti i continenti sono portatrici di questi valori fondamentali.
La WILPF Italia continuerà come sempre ad interagire con le associazioni e i movimenti che in Italia questi valori sostengono: le associazioni della Casa Internazionale delle donne di cui la WILPF fa parte proseguendo nella sua adesione all’AFFI, le associazioni che si battono per la libertà del popolo palestinese, il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, i movimenti per una “giustizia sociale e climatica”, il Comitato per la“Sovranità alimentare”, i movimenti per la pace, ( la recente rete con donne migranti , “ peacewomenetwork “).... Alcune di noi sono frequentemente fuori Italia in iniziative di sostegno -soprattutto in zone dell’Africa- a popolazioni vittime di guerriglie locali, e in progetti di formazione per l’emancipazione delle donne.
Una specificità della WILPF Italia è l’invito a donne provenienti da paesi tormentati da disagi di varia natura (guerre, oppressioni, povertà) per stringere rapporti volti a costruire reti che possano diffondere informazione e quindi partecipazione oltre i confini nazionali.
Quest’anno ci proponiamo di invitare a Roma nei prossimi mesi le rappresentanti delle sezioni europee con cui siamo maggiormente in sintonia ( Francia, Germania, Albania e singole amiche della WILPF UK e Den..) per aprire un confronto sugli esiti del Congresso che si sta svolgendo in Costa Rica in questi giorni e al quale nessuna di noi ha potuto partecipare, ed esaminare la possibilità di rafforzare i contatti tra noi per la tutela dei diritti delle donne nei diversi paesi dell’UE dove la WILPF è presente.
Dal 1915 ad oggi com'è cambiato il ruolo delle donne nei confronti della "pace" e della "libertà" a livello mondiale? Quali sono oggi gli obiettivi della WILPF?
Le fondatrici della WILPF erano donne colte che rappresentavano una élite ; erano donne che provenivano dalla borghesia acculturata e benestante europea e statunitense, ma avevano preso le distanze da un mondo che contestavano sia per la struttura patriarcale, sia per il sopravvento dell’economia e dei privilegi di pochi sui bisogni di tutti.
Il rifiuto di quel mondo si riflette fortemente negli articoli dello statuto, uno statuto di una modernità impressionante, poiché quel mondo, nonostante molte battaglie delle donne siano state vinte, è ancora più che mai vivo e in agguato.
Nel corso delle drammatiche vicende del secolo scorso sono emerse prepotentemente donne di tutte le condizioni sociali e di diverse posizioni ideologiche che si sono battute con coraggio e determinazione per l’affermazione di una pace e di una libertà che erano soprattutto rifiuto della guerra e delle dittature che avevano travagliato la prima metà del secolo.
Ma la presa di coscienza e di consapevolezza di tante, grazie alle lotte condotte dai movimenti emacipazionisti e femministi, ha avuto ricadute sull’approccio stesso all’idea di “libertà”.
“Libertà” per le donne significa oggi non solo affrancamento dal patriarcato, ma riconoscimento della propria identità di donna, diritto all’autodeterminazione, alla libera scelta di diventare madre..; quindi la libertà dei popoli- concetto sostenuto dalla WILPF negli anni venti del ‘900-
significa oggi anche “ libertà delle donne all’interno di ciascun popolo”. Sono principi che animano la famosa UNSC 1325 sostenuta da tutte le sezioni WILPF nel mondo.
Quanto al concetto di “pace”, la WILPF l’ha sempre unito alla negazione delle guerre, al rifiuto delle armi, alla scelta di vie diplomatiche per la soluzione dei conflitti....sempre però in un’ottica di “giustizia sociale”, concetto assente negli anni di nascita della WILPF nella quasi totalità dei movimenti femminili non politici dell’epoca.
Potremmo dire che oggi la visione originale della pace espressa nello statuto della WILPF del 1919 è di grande attualità, e la stessa WILPF intende riproporla nel Congresso di Costa Rica: una pace che sia attenzione alle difficili condizioni del sud del mondo, fine dello sfruttamento di risorse che rendono sempre più poveri i paesi poveri, attenzione ai cambiamenti climatici le cui conseguenze ricadono in primo luogo sulle donne, affermazione del concetto di “sovranità alimentare” valido alla stessa maniera per tutti i popoli del mondo....Insomma una pace, come recita l’art.3 dello statuto,fondata non sul privilegio di pochi, ma sulla soddisfazione dei bisogni di tutti. Il gran numero di movimenti che oggi si battono per l’affermazione di questi principi ci consentono di affermare che le nostre fondatrici hanno avuto vista lunga, e che si può oggi ragionevolmente pensare che un mondo diverso è possibile.
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