Televisione - Dove si formano le opinioni politiche?
Pellegrini Paola Mercoledi, 01/07/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2009
Secondo un'indagine del Censis, è la televisione il principale mezzo di formazione delle opinioni politiche e, dunque degli orientamenti e comportamenti elettorali... Solo un quarto degli elettori si è affidato ai giornali mentre solo una minoranza del corpo elettorale naviga in internet per decidere.
L’indagine rivela che durante la campagna elettorale il 69,3% degli elettori ha formato la sua scelta attraverso le notizie e i commenti trasmessi dai telegiornali. I Tg restano il principale mezzo per orientare il voto soprattutto tra i meno istruiti (il dato sale, in questo caso, al 76%), i pensionati (78,7%) e le casalinghe (74,1%).
Al secondo posto si piazzano i programmi televisivi di approfondimento giornalistico a cui si è affidato il 30,6% degli elettori. Si tratta soprattutto delle persone più istruite (il dato sale, in questo caso, al 37%) e residenti nelle grandi città, con più di 100.000 abitanti (con quote che oscillano tra il 36% e il 40%), mentre i giovani risultano meno coinvolti da questo format televisivo (il 22,3% nella classe d'età 18-29 anni).
Al terzo posto la carta stampata: i giornali sono stati determinanti per il 25,4% degli elettori (il 34% tra i più istruiti, e il dato sale ad oltre un terzo degli elettori al Nordest e nelle grandi città e raggiunge il 35% tra i lavoratori autonomi e i liberi professionisti).
I canali Tv ''all news'' sono stati seguiti dal 6,6% degli italiani prossimi al voto (soprattutto maschi, 9,3%, e più istruiti, 10,2%). Solo il 5,5% si informa attraverso i programmi della radio, il cui ascolto è apprezzato soprattutto da artigiani e commercianti, liberi professionisti e lavoratori autonomi (12,1%).
Il confronto con familiari e amici orienta il 19% degli elettori, in particolare i più giovani (18-29 anni 26%), residenti nel Mezzogiorno (22,2%) e nei centri urbani minori (città con 10.000-30.000 abitanti 22,5%).
Il materiale di propaganda dei partiti (volantini, manifesti) è stato usato dal 10,9% degli elettori, con una punta di attenzione al Nordest (17,4%). La partecipazione diretta alle manifestazioni pubbliche dei partiti smuove l’interesse di una sparuta minoranza di elettori: solo il 2,2%, che diminuisce ulteriormente tra i più giovani (18-29 anni: 0,7%).
Internet, a differenza di quanto si poteva immaginare, non sfonda nella comunicazione politica. Durante la campagna elettorale solo il 2,3% degli italiani maggiorenni si è collegato ai siti web dei partiti per acquisire informazioni e solo il 2,1% ha visitato blog e forum di discussione. Un dato che aumenta solo tra gli studenti: il 7,5% si è collegato ai siti Internet dei partiti e il 5,9% ha navigato su altri siti web in cui si parla di politica.
Qualcuno ha ancora domande sul perché l’Italia è il paese del conflitto di interessi permanente del premier Berlusconi?
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