Dal 7 al 18 dicembre a Copenaghen, in Danimarca, si tiene COP15, la conferenza ONU sul clima.
È Connie Hedegaard, ministra danese del clima e dell'energia, a presiedere la conferenza: “Se tutto il mondo viene a Copenaghen e se ne va senza che sia firmato un accordo politico necessario, il fallimento non è solo per il clima. Ma sarebbe l'intero sistema democratico globale a non essere in grado di fornire risultati in una delle sfide cruciali del nostro secolo. Non si tratta di una possibilità. Non è un'opzione”
Copenhagen rappresenta quindi un’occasione da non perdere, e Hedegaard sostiene che non sia il momento di rimandare le decisioni.
"Sarebbe irresponsabile non sfruttare lo slancio ora" ha detto in un’intervista la ministra, sottolineando anche che il coinvolgimento di paesi come Giappone, Cina, India e Indonesia abbia portato un nuovo impulso al processo di negoziazione del clima.
Connie Hedegaard, di orientamento politico conservatore, ha 49 anni, è madre di due bambini ed ex giornalista. “Questo è un lavoro che coinvolge al cento per cento. Se non si pensa che questi temi siano davvero molto, molto importanti, non sarebbe possibile lavorarci tanto, e anche la propria famiglia non consentirebbe di lavorarci tanto. Non sto solo parlando a titolo personale, ma a nome di tutta la squadra che lavora con me. Persone che stanno facendo questo, perché pensiamo che sia la questione più importante al mondo in questo momento".
Dalla ministra Hedegaard alla sindaca di Copenaghen, tante donne (ma ancora non abbastanza) svolgono ruoli importanti in questi giorni dedicati ai cambiamenti climatici. Speriamo che si facciano valere e che riescano a far emergere punti di vista e modalità di gestione del potere e della politica migliori per il futuro di tutti.
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