Mercoledi, 23/03/2011 - La condanna decisa dal tribunale di Tel Aviv per l’ex presidente israeliano Moshe Katzav è la detenzione e il pagamento di un risarcimento danni alla parte lesa. Il reato è lo stupro e successive molestie sessuali. Gli stupri risulterebbero essersi verificati quando Katzav ricopriva la carica di ministro del Turismo mentre le molestie sessuali sarebbero state perpetrate mentre era presidente proprio nella residenza presidenziale. L’annuncio della pena segue il verdetto di colpevolezza pronunciato nel dicembre scorso.
A giudicarlo questa volta è stato un tribunale composto da un presidente di collegio arabo – cristiano e da due giudici donna ebree. L’unica concessione fatta alle dichiarazioni d’innocenza dell’imputato è stata il rinvio dell’esecuzione della condanna all’8 Maggio.
Katzav ha militato nelle file della destra nazionalista del Likud, il partito del premier Netanyahu, fondando la sua politica su un rigido tradizionalismo, sconfessato del tutto da questa infame vicenda.
La vergogna per l’accaduto non trova, fortunatamente, alcun compiacimento in alcuna parte politica, bensì induce all’avvio di una dolorosa riflessione che porti a dei significativi cambiamenti atti a prevenire nefandezze del genere. Un inizio per delle durevoli conquiste future.
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