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Condannata per aver sostituito la serratura

Condannata per aver sostituito la serratura

Sentiamo l'Avvocata - Da anni si parla di risarcimento del danno a carico del coniuge o del convivente, così come garantiti e tutelati dalla nostra costituzione.

Napolitani Simona Domenica, 09/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

Da anni si parla di risarcimento del danno a carico del coniuge o del convivente che, con la sua condotta, lede i diritti personali del partner, così come garantiti e tutelati dalla nostra Co-stituzione. Ho sempre manifestato la mia totale adesione a tale orientamento, tant’è che ho anche scritto degli articoli al riguardo, appoggiando e sostenendo le sentenze di condanna a carico dell’uomo che ha leso il diritto alla salute, al decoro e alla libertà della propria moglie o convivente.

Recentemente, il Giudice di Pisa ha condannato al risarcimento dei danni non patrimoniali il coniuge che ha impedito all’altro di entrare nella casa coniugale, per aver sostituito la serratu-ra.

A mio avviso, estendendo ed applicando oltre il limite il suindicato orientamento, il Tribunale ha condannato la moglie a versare 3.700,00 euro al marito, il quale non ha potuto utilizzare le sue chiavi tornare a casa.

Il caso è questo: i coniugi convivono a seguito del deposito del ricorso per separazione, e, do-po l’udienza presidenziale, sono in attesa dei provvedimenti temporanei e urgenti (affi-damento dei minori, assegnazione della casa coniugale e mantenimento); la moglie sostituisce la serratura, e non consente al marito di rientrare nell’appartamento. A giusti-ficazione di tale condotta, la signora afferma di non poter subire la totale indifferenza del marito, sia nei suoi confronti, sia nei confronti del menage familiare, sia, infine, alcuni comportamenti violenti da parte dell’uomo. La donna è stata condannata per aver leso, in modo grave, il diritto inviolabile dell’altro coniuge a godere della casa familiare, tutelato dall’art. 2 della Costituzione. Certamente la moglie ha posto in essere un comportamento illegittimo, ma da qui alla condanna per risarcimento del danno ne corre.

Una pericolosa deriva, perché, come tutte le cose, se abusate, possono provocare distorsioni, e, nel caso specifico, a mio avviso, non c’è proporzione tra la violazione e la condanna applicata dal Giudice di Pisa.

Mail: simonanapolitani@libero.it



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