Giovedi, 23/09/2010 - Era passato quasi un secolo da quando in Virginia, Stati Uniti, non veniva condannata a morte una donna.
Eppure oggi, , 23 settembre 2010, a Teresa Lewis verrà iniettata una soluzione letale che porrà fine alla sua vita.
Teresa ha 41 anni e le è stata diagnosticata da vari specialisti una “disabilità mentale borderline”. I test sul quoziente di intelligenza cui Teresa è stata sottoposta hanno infatti rivelato un QI di 72 e poi di 70, in ogni caso un quoziente definito ai limiti della disabilità psichica.
L’accusa verso Teresa è di aver pianificato e diretto l’omicidio di suo marito e del suo figliastro il 30 ottobre 2002. I due uomini che hanno materialmente portato a termine l’omicidio, Matthew Shallenberger e Rodney Fuller, sono stati condannati all’ergastolo. Il ruolo di Teresa all’interno del delitto è stato invece definito di “comando” e verrà punito con la morte. Conclusione in disaccordo con l’affermazione di Matthew Shallenberger, che durante un interrogatorio condotto dagli avvocati che difendono Teresa Lewis, nel 2004, aveva affermato di aver "manipolato il tutto", e che gli omicidi erano stati una sua idea. Ma poco dopo si suicidò e le sue dichiarazioni non furono accettate dalla Corte d'Appello.
La condanna è stata pertanto emessa, e né la Corte suprema degli Stati Uniti, né il governatore della Virginia, hanno concesso la grazia.
Il 7 settembre Amnesty International aveva lanciato un appello direttamente al governatore della Virginia, Bob McDonnell, appello che sembra essere stato ignorato sin’ora.
Il silenzio su questa vicenda è assordante ma riconoscerlo e combatterlo può essere un passo avanti contro l’indifferenza.
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