Conclusa la XIV edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile
Conversazione con Consuelo Barilari, fondatrice del Festival, che spiega “Non si parla mai abbastanza del ruolo delle donne come conservatrici del patrimonio artistico e culturale nel mondo”
Giovedi, 06/12/2018 - Direttrice artistica, oltre che fondatrice del Festival dell’Eccellenza al Femminile, Consuelo Barilari è anche regista e produttrice teatrale, ideatrice di progetti culturali dedicati alle donne di respiro internazionale, e del prestigioso Premio Ipazia, assegnato nell’ambito del festival a personalità femminili distintesi in vari campi, dalla cultura alla scienza all’imprenditoria, provenienti da tutto il mondo. Ha ricevuto encomi e riconoscimenti dalla Presidenza della Repubblica per le attività culturali svolte per la valorizzazione della donna in vari ambiti sociali.
La XIV edizione del Festival si è appena conclusa, titolo di quest'anno: La grande bellezza, ovvero il femminile e la bellezza del patrimonio europeo.
Il Festival quest'anno ha attraversato storia e presente per provare a raccontare il futuro delle donne nel mondo della cultura e dell’arte contemporanea. In alcune tra le più belle location storiche di Genova, dal 17 al 25 novembre, personaggi dal mondo del giornalismo, dell'arte e dello spettacolo hanno incontrato il pubblico sul tema, durante performance, dibattiti, laboratori, reading teatrali, mostre e open party.
Ad aprire la kermesse una tavola rotonda entrata subito nel focus del programma: Il Femminile nella bellezza del patrimonio europeo.
"Nell’anno europeo dei Beni Culturali - ha affermato a questo proposito Consuelo Barilari - diventa importante e necessaria una riflessione sul contributo femminile nella narrazione, nella difesa e nella valorizzazione della cultura e dell'arte. Un ruolo che le donne ricoprono da tempo, ma non ancora sufficientemente raccontato nella storiografia ufficiale”. Il discorso sull’arte è stato approfondito nella presentazione del progetto di Valeria Palumbo: Monument Women, con i ritratti di Rose Valland, storica e partigiana coraggiosa che riuscì a salvare dalle razzie naziste migliaia di opere d'arte, e di Palma Bucarelli, la prima donna in Italia a essere nominata direttrice di un museo di arte moderna.
La manifestazione si è conclusa con la tavola rotonda intitolata: La rivoluzione delle donne ai tempi di Trump, condotta da Marta Perego con la partecipazione di Antonella Boralevi, Piera De Tassis, Ida Di Benedetto, Erika Della Casa e Miriana Trevisan.
Durante il Festival sono stati assegnati i Premi Ipazia dal nome della scienziata di Alessandria d’Egitto barbaramente uccisa nel 405 d.C, rispettivamente a Patrizia Rebaudengo e a Ilaria Borletti Buitoni. Abbiamo incontrato Consuelo Barilari al termine della manifestazione.
Consolidato appuntamento per la città di Genova, il Festival è giunto alla 14ma edizione. Ogni anno si propone un tema che fa da cornice agli eventi, perché quest’anno è intitolato a “La grande bellezza” ? Il Festival dell’Eccellenza al Femminile denominato in breve FEF/14 giunto appunto alla XIV dizione lancia il dibattito dal punto di vista delle donne sull’argomento saliente ogni anno in Europa. Il 2018 è l’anno europeo del Patrimonio e dei Beni storico culturali, e le donne come sappiamo sono spesso le conservatrici, curatrici e promotrici del patrimonio, oltre ad essere artiste e protagoniste dell’Arte, anche se ufficialmente non se ne parla mai abbastanza.
Il Festival propone dibattiti tematici, spettacoli teatrali, mostre d’arte, sempre legati al tema prescelto. Come reagisce il pubblico a questa variegata proposta, non rischia di essere dispersiva?
Certamente la transdisciplinareità degli eventi sparsi in luoghi diversi del territorio della città e della provincia parcellizza il pubblico che si distribuisce nelle varie location, ma questa è la caratteristica del festival.cheogni anno si occupa di analizzare un argomento, declinandolo al femminile in modo originale e creativo, occupandosi di tutte le sfere della vita sociale, economica e culturale delle donne. A volte il Festival lancia delle sfide realizzando eventi simbolici in luoghi difficili, che il pubblico abitualmente non frequenta, per dare un segno della novità che lo sguardo al femminile porta anche nella programmazione degli eventi.
C’è interesse da parte dei giovani, e nel corso degli anni ha riscontrato variazioni nel pubblico: adulti, adolescenti, anziani….più uomini o donne?
Naturalmente le donne sono il nostro pubblico principale, ma a seconda della tipologia degli eventi cambia: nelle performance o mostre dì arte il nostro pubblico è principalmente di artiste e persone interessate all’arte, negli eventi teatrali il pubblico è trasversale, nei dibattiti sulle questioni di genere il pubblico è prevalentemente femminile in una fascia di età che va dalle giovanissime fino agli 80 anni, negli incontri di approfondimento e formazione universitaria il pubblico è composto da studenti.
All’interno del Festival c’è il premio Ipazia. Quali sono state le personalità più significative che lo hanno ricevuto in questi anni?
Il Premio Ipazia è giunto alla IX edizione ed è nato nell’ambito del Festival come emanazione naturale dello scopo di valorizzazione delle eccellenze al femminile. Il Premio si articola in nazionale ed internazionale, ed ha visto premiate registe cinematografiche come: Margarethe Von Trotta, Liliana Cavani, artiste come Orlan, poetesse come Maria Luisa Spaziani, attrici ed étoile del balletto come Elisabetta Pozzi e Carla Fracci, mecenate e figure istituzionali dell’arte e dei beni Culturali come Patrizia Sandretto Rebaudengo e IlariaBorletti Buitoni…
Tra gli eventi di quest’anno avete dedicato un incontro al movimento “Mee too”. Non ritiene una contraddizione il fatto che questo movimento di protesta femminista, provenga da un paese come l’America che ha un presidente di stampo nettamente…. maschilista?
Al contrario, “Me too” nasce con il movimento delle donne contro Trump, si pensi alla marcia di un milione di donne americane che protestavano contro il Presidente. Il 17 novembre abbiamo inaugurato il Festival con un incontro con Tiziana Ferrario, inviata RAI da New York, dal titolo: “Me too – il risveglio delle donne al tempo di Trump”, in cui venivano spiegate le posizioni delle donne e dei movimenti femministi americani dalle marce contro Trump alle denunce partite dal mondo del cinema ed estese poi a tutta la società e al mondo del lavoro, che hanno generato la più importante rivoluzione dei costumi e della società dal Rinascimento a oggi. Nel programma di quest’anno abbiamo poi dedicato anche altre due giornate all’argomento con libri e documentari, e un incontro di denuncia ricollegato alla situazione italiana dove le cose sono davvero molto diverse, con l’intervento di Miriana Trevisan, Antonella Boralevi, Paola Perego e altre.
Il Festival si svolge in vari siti artistici della città di Genova, palazzi storici non sempre accessibili al pubblico, tra questi Palazzo Doria Spinola, Palazzo Ducale, ed altri, anziché utilizzare un’unica sede come riferimento. C’è un motivo per questa scelta?
Si quest’anno abbiamo voluto realizzare gli eventi nei Beni Culturali, nei luoghi storici e Museisimbolici delle diverse epoche, più belli della città e molto frequentati, come appunto Palazzo Reale, Palazzo Ducale e Palazzo Doria Spinola, allo stesso tempo però lanciando una sfida e utilizzando anche come location luoghi meno frequentati dai genovesi, come il Palazzo della Comenda di Pre, uno dei luoghi più belli di Genova purtroppo immerso in una parte delle città meno accessibile. Ma la componente di rischio e sfida che il Festival propone in ogni iniziativa fa parte per noi del sistema.
Cosa pensano le istituzioni locali di questa manifestazione, si sente supportata o…. snobbata?
Il Festival resiste da 14 anni senza flessioni di sorta perché nonostante la crisi, le continue emergenze che la città vive ogni anno per calamità naturali, è fortemente sostenuto da persone e Istituzioni con ogni forma di agevolazione e sostegno; vanta un Comitato Scientifico e una Giuria da 14 anni composta dalle stesse persone, giornalisti, esperti, docenti universitari che sostengono il Festival a livello personale e con le Istituzioni pubbliche e private che rappresentano. A sostenere il Festival poi sono le donne nei ruoli apicali di aziende e istituzioni.
Può anticipare qualcosa per la prossima edizione?
Posso dire che il programma di FEF/15 sarà incentrato sul benessere, del corpo e della mente, delle donne, e sullo sport. Ricordo che il 2019 sarà l’Anno Europeo dello Sport. Parleremo certamente di medicina di genere, ma anche di psicologia, scienza, situazioni a rischio salute in vari ambiti sociali, inviteremo e premieremo grandi sportive.
Appuntamento alla prossima edizione, che si prospetta ancora di grande interesse per tutte noi.
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