Udi - Superato di molto il traguardo delle 50.000. Consensi e risultati della campagna
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
Atmosfera rilassata e ottimismo hanno contraddistinto l’incontro che si è svolto il 21 novembre presso la sede dell’UDI nazionale per tracciare un bilancio sulla Campagna dell’UDI 50E50 … ovunque si decide, giunta al termine.
Pina Nuzzo nel ringraziare le tante donne che, fuori e dentro le istituzioni, si sono impegnate a mettere insieme le firme ha fatto una prima valutazione: “Il bilancio è davvero esaltante. Mi preme soprattutto mettere in risalto due elementi. Da una parte l’aspetto quantitativo che è andato benissimo perché abbiamo superato le 50.000 firme e, da quello che sento, al termine del conteggio potremmo anche arrivare ad 80.000. Dall’altra la qualità del rapporto che si è stabilito con le donne sul territorio, che non fanno parte tutte dell’UDI, e che si è basato sul sentire profondamente un’appartenenza a questo progetto comune. Tutto questo mi fa sentire oggi ancora più responsabile perché sento che c’è stata una rinascita politica delle donne”.
Successiva e ultima tappa della Campagna il 29 novembre con la consegna materiale degli scatoloni con le firme con un corteo sino al Senato. “Questo passaggio simbolico sarà per noi un momento di festa durante il quale finalmente ci rilasseremo. Poi il 15 di dicembre abbiamo convocato un’assemblea di tutti i centri di raccolta delle firme perché il futuro dobbiamo deciderlo insieme. Questo momento di costruzione collettivo sarà un passaggio molto significativo per la gestione della proposta di legge”. La presenza di firme di tante parlamentari e di donne impegnate nelle istituzioni spinge a riflettere sul ruolo che queste possono e devono avere all’interno del movimento 50E50. “Il dato che vorrei sottolineare, insieme al ringraziamento, è che queste donne in diverse città italiane e da diverse parti politiche si sono fatte carico di questa proposta. Per il futuro vorrei che potessimo lavorare insieme, facendo ognuna la propria parte, in autonomia, e sapendo che possiamo essere le une sponda per le altre”.
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