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Con la parola e con le note

Con la parola e con le note

Libri/ Giovanna Marini racconta l’Italia - Il libro di Giovanna Marini è il racconto in diretta di un viaggio lungo tredici anni, per scovare storie ed armonie popolari ed un’umanità che si pensava perduta

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005

Se la voce è quella di Giovanna Marini, allora la musica difficilmente può essere slegata dal messaggio politico. “Una mattina mi son svegliata. La musica e la storia di un’Italia perduta” (ed Rizzoli), recentemente presentato a Roma, è fedele a questa premessa. Il libro ha il pregio della freschezza del racconto e affascina il lettore, andando al di là delle competenze musicali richieste a chi intende cogliere anche il valore di questa dimensione che permea tutte le pagine. Un racconto in diretta di un viaggio lungo tredici anni per scovare, insieme a Giovanna Marini, armonie popolari e un umanità che immaginavamo perduta. Questo singolare diario lungo la penisola va dal 1991 fino al 2004 e, accanto alla ricerca dei segreti canori custoditi nei campi e nelle contrade, la Marini regala uno spaccato di una identità nazionale tanto peculiare quanto carsica.
“Gli etnomusicologi fanno un lavoro ‘freddo’, sono studiosi e non artisti. Oggi occorre cogliere il fermento che attraversa l’Italia e che rappresenta una nostra interessante peculiarità. Sono linguaggi innovativi che fondono armonie antiche con le più moderne espressioni musicali. In questo modo avviene una contaminazione culturale, tanto più preziosa perché si sta sviluppando al di là e nonostante i flussi invasivi della grande comunicazione di massa. In Italia non sono i Conservatori a svolgere la funzione di diffusori della cultura musicale, ma nonostante questa carenza si sviluppa e cresce una dimensione musicale originale. Nessuno ne parla, ma poi esplode quello che apparentemente è un fenomeno imprevisto, come la Notte della Taranta, con settantamila persone in piazza”.
L’immediatezza del linguaggio di Giovanna Marini colpisce il cuore e la mente e con rapide battute regala pezzi di storia sociale e politica che immediatamente sentiamo di condividere. “Gli anni cinquanta sono stati densi e uomini come Calvino o Pavese hanno fatto da giunzione tra la borghesia e la cultura popolare. Questo è avvenuto solo in Italia. Oggi, l’avvento del Berlusconismo ha prodotto un prepotente ritorno della canzone politica. Anche una certa opposizione ha riscoperto il canto politico inteso come ritorno alla parola. La cultura della musica popolare, così intesa, dovrebbe essere di più nelle idee dei partiti del centrosinistra”.

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