Martedi, 15/10/2024 - Il femminile di giornata / ventinove. Con Kamala in una corsa al batticuore
Mancano meno di 3settimane al 5 di novembre, data delle elezioni presidenziali americane e la corsa alla Casa Bianca della democratica Kamala Harris contro il repubblicano Donald Trump appare sempre più complessa. Fra sondaggi e stime del voto o meglio delle percentuali che riguardano soprattutto i famosi 7 sette Stati in bilico - Arizona, Nevada, North Carolina, Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin - da cui abbiamo ben capito dipendano i risultati definitivi, rendono azzardata qualunque previsione e sempre più difficile fare ipotesi in una realtà politica in frenetico movimento.
Un’instabilità, un'evoluzione che non casualmente ha al momento, come riferimenti non assoluti ma certo significativi, due “argomenti”: le guerre ”umane” (con particolare riferimento a quella di Israele contro Hamas a Gaza e ora anche Hezbollah in Libia e contro l’Iran) e le guerre della natura che con gli uragani (prima Helene e poi Milton) hanno portato distruzione e morte in più Stati, ultima la Florida. Ed è con forza che verso questi due pilastri della campagna elettorale vediamo che si scatena Trump, accusando di ogni mancanza e possibile errore il Presidente Biden, ancora in carica, e ovviamente Kamala Harris nella sua duplice veste di attuale vicepresidente e di candidata alla Presidenza.
Trump si giova del forte appoggio di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, condisce la sua campagna di bugie senza pudore riempiendo di insulti la contendente democratica. Colpi bassi a cui Kamala risponde con velocità e prontezza spesso allineandosi ai suoi stessi metodi, per esempio identificandolo quale ’unico candidato presidente che si rifiuta di mostrare il certificato riguardante la sua salute'. Una notazione non casuale, in quanto fu proprio Trump che giocò in maniera da offendere Biden dopo il loro famoso incontro dibattito, sulla sua salute da età.
Un'offesa che ora, è divenuto lui il vero anziano, gli si ritorce contro essendo Kamala Harris ben più giovane di lui.
La campagna elettorale che cerchiamo di seguire e comprendere gioca su piani diversi che s’intrecciano e si stravolgono continuamente sebbene abbiano alcuni punti fissi su cui si misura, ovviamente, l’ipotesi dello spessore possibile dei consensi.
Concretamente, per esempio, se per Kamala sembrano schierarsi le donne e a lei si riconosca anche la difesa al diritto all’aborto, per Trump sembra schierarsi la chiesa e conseguentemente una negazione dell’aborto, anche se con l’ambiguità, su molti punti, di cui Trump è maestro non sembra sia autonomatica la posizione presa da sua moglie in un'intervista in cui ha esposto considerazioni assai più morbide sul tema.
Vi sono poi opinioni assai conflittuali che riguardano gli emigranti (Trump dice che li rimanderà tutti a casa) e si cercano risposte differenziate sul possesso delle armi. E’ cosa nota - non a caso - come Kamala non solo denunci di avere sia lei che suo marito un'arma per difendersi, ma che se qualcuno le entrasse in casa sparerebbe per difendersi. Questo mentre Trump in senso molto più ampio è sostenuto dalle lobby di costruttori di armi.
Mentre Trump accusa Presidente e Vice di non avere provveduto e accompagnato in maniera adeguata i cittadini della Florida stravolti dall’Uragano Milton, Kamala è impegnata anche nella distribuzione degli aiuti per la popolazione e lo stesso Biden ha rinunciato a partecipare a un importante incontro europeo in Germania.
Trump vede sventato il terzo rischio di attentato in California mentre Elon Musk si permette di ironizzare su Kamala Harris, dicendo come nessuno tenti di ucciderla in quanto inutile!
La partita di questa presidenza che stiamo seguendo a puntate è ancora aperta e dalla parte di Kamala si moltiplicano i sostegni e la discesa attiva in campo di big come Obama, del quale apprendiamo l'appello agli uomini afroamericani di unirsi alle donne votando Harris come fecero per lui.
Si mantengono contemporaneamente difficoltà e interrogativi come per esempio la scelta di voto dell’ampia comunità araba e quella dei giovani coinvolti nelle tematiche della guerra con un evidente sostegno nelle università alle ragioni della Palestina. E allora alla prossima puntata, prima del voto, con un augurio a Kamala Harris che seguiamo con l’ottimismo della speranza.
Paola Ortensi
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