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Con il mio voto alle prossime elezioni ...

Con il mio voto alle prossime elezioni ...

Il sondaggio del mese - Mettiamo a disposizione i dati emersi dal sondaggio che sono il segno di un diffuso sentire

Rosa M. Amorevole Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2006

Agli ultimi posti in Europa per elette a Camera (11.5%) e Senato (8,1%), secondo l’Unione Interparlamentare l’Italia è all’ottantanovesimo posto per la presenza delle donne preceduta da Burkina Faso, Jamaica e Lesotho, seguita da Sudan, Romania e Botwana. I dati dell’Unione Europea evidenziano come la presenza femminile nei luoghi decisionali nel nostro Paese sia scarsa: 2 ministri su 23 nominati, 6 sottosegretarie su 69.
Forse non tutte conoscono i dati, ma molte di loro non si sentono più rappresentate da chi pensavano potesse farlo, neppure da quelli “che per se sembrano far bene”.
Per questa ragione le donne che hanno risposto hanno indicato, tra i “vorrei”, la richiesta di liste con una maggiore presenza di candidate: “ solo donne, giovani o meno, preparate, motivate e oneste”, “nomi autorevoli, prevalentemente donne, non i soliti che frequentano i salotti della politica”. E le primarie, “quelle fatte bene”, vengono indicate da molte come lo strumento che permetterà una maggiore presenza femminile.
In chi ci ha risposto cova il malcontento. Lo leggiamo nelle frasi che fanno riferimento a “chi non vorrei mai più trovare in lista” nelle quali emerge rabbia contro “quegli uomini vecchi e corrotti, amanti del potere” quelli sempre presenti, quelli per ogni stagione. “Gli inquisiti”, “gli ignoranti”, “gli spocchiosi e mestieranti”, “i paracadutati”, “i servi sciocchi”, “ i presenzialisti”. Quanti hanno “partecipato, in qualunque modo, all’'inganno della legge 40. Il revanchismo dell'articolo 1 della legge, passata nel silenzioso lavoro delle commissioni, mi è ancora inaccettabile.”
E nello scontro tra i due candidati premier in molte hanno notato un comune imbarazzo su quella che è stata definita “la questione femminile”: tra l’esser definite “categoria” e “problema delle quote rosa”, in molte avremmo voluto esser stupite con impegni di altro tipo.
“Stavolta non si sono neppure vergognati di presentarsi a molti appuntamenti da soli”- afferma una lettrice – “ne ho ricavato che questi uomini che ci governano, dalle maggioranze e alle opposizioni, hanno l'arroganza di pensare che tutta l'elaborazione è farina del loro sacco”.
I politici “rubano all'elaborazione delle donne, rivoltandogliela contro” perché “mantenere quel potere che li affascina, ottenere gratificazioni e tentar di lasciare il segno di sé oltre la morte, significa farlo a spese delle donne relegate a prendersi cura di loro, volenti o nolenti”.
Le donne che hanno scritto e quelle che hanno risposto all’intervista sono critiche e lanciano un messaggio ai partiti: si sentono obbligate ad andare a voltare per far vincere la propria coalizione, ma (all’80%) “ non sono per nulla contente delle persone che si prospettano nelle liste”.
Con questo nuovo sistema elettorale “possiamo solo mettere crocette” ma non scegliere. Altrove stanno i luoghi della decisione, ai quali le donne mandano un segnale forte e chiaro, anche allo schieramento con il cui si identificano: “la tentazione (di non votare) è forte. Ora si appellano per poter mandare a casa il Campione attuale ma non hanno contrattato con noi alcunché di significativo per il prossimo futuro” e ancora “andrò a votare ma sono critica verso questa legge elettorale e verso il modus operandi dei partiti “. A fronte di chi dichiara che non si presenterà al seggo per le prossime scadenze elettorali perché “è una finzione democratica”, c’è anche ci ritiene che “SI DEBBA andare a votare per non privarsi di quella piccola, democratica possibilità di far sentire la propria voce: meglio di niente!!E' un diritto irrinunciabile”.
Nonostante la buona volontà, il rispetto per le istituzioni e l’alta considerazione nei confronti dell’azione del voto, le donne non sono più tanto remissive di fronte a cotanta insensibilità e sottovalutazione. Più colte, più impegnate, disponibili a sperimentarsi in percorsi politici, dopo sessant’anni dal riconoscimento formale del diritto ad essere elette è giunta l’ora di ottenere il riconoscimento sostanziale. Senza sconti.
(23 aprile 2006)

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