Welfare - A Carpi, la prima volta in Italia, la giornata del Caregiver familiare
Pennello Alessandra Lunedi, 20/06/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2011
Si è ispirata alla Settimana del Caregiver che si organizza da anni nel Regno Unito e in Irlanda e ha promosso per la prima volta in Italia un giorno dedicato al caregiver familiare. Ideatrice di questo evento è la cooperativa sociale Sofia, da alcuni anni impegnata insieme alla cooperativa An¬ziani e non solo in attività di formazione e supporto ai caregiver familiari. La giornata italiana del caregiver ha preso il via dalla Città di Carpi e ha visto la realizzazione di convegni, inizia¬tive culturali e campagne di informazione e sensibilizzazione. Il 21 maggio scorso, con il patrocinio del Comune di Carpi, dell’Azienda Sani¬taria Locale e della Consulta del Volontariato e con il coinvolgimento attivo di tante associazioni cittadine è stato anche presentato un corso on line specificamente rivolto al caregiver familiare. Ma chi è il caregiver familiare? "E' una persona che si prende cura direttamente e gratuitamente di un pro¬prio caro in condizioni di fragilità, sia esso un anziano non autosufficiente, un bambino disabile, un adulto con problemi psichiatrici, un malato terminale", osservano gli organizzatori, che indicano anche l'entità del problema che coinvolge centinaia di migliaia di famiglie e richiede tante, tante energie. "Secondo l’Istat, i caregiver familiari in Italia sono oltre 9.000.000, per il 90% donne e con un età media di 43 anni. Non si sa quanti di essi lavorino, ma ad esempio una ricerca condotta nel Regno Unito indica che almeno 1 lavoratore su 7 è un caregiver familiare. Un lavoro complesso da con-servare se si hanno impegni di cura, se è vero che molti di essi sono costretti a lasciare la propria occupazione o a chiedere riduzioni di orario. I caregiver, secondo studi recenti, dedicano in media 7 ore al giorno all’assistenza diretta (prepara¬re il cibo, alimentare, lavare, cambiare l’assistito) a cui vanno ad aggiungersi 11 ore di sorveglian¬za (quando il malato è a letto, dorme, ma va controllato). Si tratta, insomma, di una funzione di grande rilevanza sociale (in particolare in Italia, in cui solo il 2% degli anziani è inserito in strutture assistenziali e il 3% beneficia del servizio di assistenza do¬miciliare integrata) che è però sostanzialmente ignorata dalla politica, dalla società e dagli stessi caregiver, che spesso non hanno piena consapevolezza del proprio ruolo". E' giunto il momento, secondo i promotori dell'iniziativa, che anche in Italia, come è avvenuto nei Paesi britannici, i caregiver familiari si associno e facciano pressione al fine di ottenere il riconoscimento del diritto di avere servizi e formazione, quali: consulenze professionali, momenti di sollievo programmati, oltre ad aiuti economici. Loredana Ligabue, una delle ideatrici e responsabili del progetto, commenta il risultato del primo corso on line: "Il corso on line sta rispondendo positivamente alla crescente esigenza, da parte dei familiari, di avere costantemente fruibili le conoscenze necessarie per prestare ed organizzare attività di cura ad anziani non autosufficienti, conciliandole con il proprio tempo di vita e di lavoro. Chi ha utilizzato il corso ha espresso soddisfazione sui contenuti dello stesso, non rilevando difficoltà nell’accesso e nella fruizione via web”.
Lascia un Commento