Martedi, 28/02/2012 - C'è tempo da oggi fino al 1° marzo online e dal 3 al 4 marzo al seggio, si vota per il rinnovo degli organismi amministrativi dell'INPGI, l’Istituto di previdenza dei giornalisti e delle giornaliste.
Il collettivo GIOI–Giornaliste e Operatrici dell’Informazione ER, auspicando una maggiore presenza femminile in tutte le sedi pubbliche e private per raggiungere equa rappresentanza di cittadine e cittadini e condizioni di democrazia piena nel nostro Paese, invita colleghi e colleghe a sostenere, attraverso il voto, LA CANDIDATURA DELLE DONNE ISCRITTE NELLE DIVERSE LISTE ELETTORALI.
Il collettivo GIOI ha deciso di esprimere e presentare in questa occasione la candidatura indipendente al Comitato amministratore Gestione Separata (INPGI 2) - Scheda Verde, Lista Unica Nazionale - di Daniela Ricci, giornalista freelance che condivide e ha in comune con le colleghe del collettivo e numerosi altri colleghi e colleghe, esperienze, condizioni lavorative, idee e progetti sulla nostra professione.
Le elezioni Inpgi si terranno:
mediante utilizzo del voto elettronico (è necessario dotarsi di codice e password. Seguire le indicazioni alla pagina: http://www.inpgi.it/?q=node/928) nei giorni di:
lunedì 27 febbraio 2012 dalle ore 12 alle 22,
martedì 28 febbraio e mercoledì 29 febbraio dalle ore 8 alle ore 22,
giovedì 1° marzo 2012 dalle ore 8 alle 12;
presso i seggi elettorali nei giorni di:
sabato 3 marzo 2012 e domenica 4 marzo 2012, dalle ore 10 alle ore 20.
Per maggiori informazioni e per indicazioni sulle modalità di voto, consultare la pagina: http://www.inpgi.it/?q=node/957
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GIOI –Giornaliste e Operatrici dell’Informazione ER
PRECARIETÀ E WELFARE, CRISI OCCUPAZIONALE, LAVORO NERO, DISCRIMINAZIONI, MATERNITÀ, PENSIONI: RICOMINCIAMO DAI DIRITTI E DALLA DIGNITÀ DEL LAVORO
L’ultimo gravissimo caso di discriminazione, riguarda la clausola sulla maternità del contratto di consulenza Rai per collaboratrici e collaboratori esterni a partita Iva con cui l'azienda si riserva di arrivare alla risoluzione del contratto in caso di ”malattia, infortunio, gravidanza”.
Il giornalismo non è una professione per privilegiati ma un mestiere sempre più frammentato, intaccato da un male, la precarietà, che affonda diritti e vite, che conduce alla marginalizzazione professionale e che grava sul futuro, come il presente, di decine di migliaia di colleghi e colleghe non tutelati/e e sottopagati/e e sul futuro stesso dell’informazione che rischia di essere sempre meno qualificata, libera e indipendente.
Nel 2011, secondo i dati della ricerca 2011 Lsdi, il numero degli iscritti e delle iscritte all’Ordine ha superato il tetto dei/delle 110 mila.
I giornalisti e le giornaliste attivi/e ‘’visibili’’ effettivi/e (con una posizione contributiva attiva all’Inpgi) alla fine del 2010 erano quasi 45 mila: circa 25 mila fra autonomi e parasubordinati (Co.co.co), appena meno di 20 mila nel campo del lavoro subordinato.
50 mila iscritti/e non hanno alcuna posizione all’ Inpgi e risultano inattivi/e.
In crescita la percentuale femminile nella professione. Fra gli autonomi, alla fine del 2010 le donne erano quasi 11 mila (42,4%). Fra i giornalisti con lavoro subordinato le donne erano oltre 7.700 (passate dal 38,7% del 2009 al 39% del 2010); poco più di12 mila gli uomini.
E mentre continua a crescere il lavoro autonomo – la fascia meno protetta della categoria, la più sfruttata, senza la quale non verrebbe pubblicata la maggior parte dei quotidiani e delle notizie radiotelevisive e su pagine web - che registra un ulteriore impoverimento economico, è in calo nelle redazioni il lavoro subordinato, sparisce il turnover e gli ‘’attivi’’ continuano ad invecchiare.
I dati confermano un accentuarsi della frattura esistente fra lavoro subordinato e lavoro autonomo.
Si tratta di un divario che non accenna a colmarsi e che rappresenta probabilmente la questione più complessa da affrontare per la categoria, il sindacato dei giornalisti e lo stesso ente di previdenza, l’Inpgi.
E con essa, i nodi “caldi” del lavoro giornalistico, e particolarmente di quello femminile, maggiormente penalizzato nel settore: precarietà e welfare, crisi occupazionale, lavoro nero, discriminazioni, maternità, pensioni, sui quali è urgente intervenire.
Queste le priorità:
Contrasto precarietà
reale rispetto del lavoro e dei diritti, per colmare i vuoti esistenti, esigendo il riconoscimento di quei principi di responsabilità necessari e dovuti; contrasto al lavoro sommerso e non riconosciuto;
riconoscimento maternità per tutte;
incentivi assunzioni femminili, in particolare under 35 e over 50;
incentivi a favore di nuove imprese al femminile;
corsi di formazione e specializzazione professionale qualificati e gratuiti per tutte/i.
Welfare
protezione sociale, estensione ammortizzatori, forme di solidarietà e sostegno per collaboratori e collaboratrici precari/e nei periodi di forzata interruzione dell’attività professionale per coprire il lavoro discontinuo e gli eventi imprevedibili di chi non ha un contratto a tempo indeterminato;
welfare femminile adeguato (asili nido e servizi alla persona);
assistenza e degenza per malattia;
tutela pensioni.
Rappresentanza femminile
Colmare gli attuali vuoti di presenza per le donne nei ruoli di rappresentanza per adeguarsi alle normative odierne, portando ad un equilibrio paritario la rappresentanza femminile e quella maschile in tutte le sedi e i luoghi dove vengono prese le decisioni.
Programmi e interventi capaci di garantire maggiore trasparenza e vicinanza iscritte/i
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