Martedi, 14/02/2012 - Alla madre, alle sorelle di vita della ragazza uccisa a Napoli e lasciata nella sua auto nei pressi della Stazione, abbiamo solo questo modo per comunicare il nostro intento di non abbandonarle nelle nostre lotte contro il femminicidio.
Alla ragazza stuprata in provincia de L’Aquila e ridotta in gravissime condizioni da un ignoto o da ignoti, auguriamo di guarire presto dalle ferite più esterne. Per guarire da quelle più profonde e per risarcirla di questa terribile frattura inferta alla sua vita, ai suoi studi, ai suoi amori, ci vorrà molto di più. Quel qualcosa che dovrebbe fare lo Stato, molto meno di quello che ragionevolmente sarebbe necessario, è stato dirottato per metà sulle diocesi della Regione Abruzzo, e per l’altra metà alla Consigliera di parità (fonte Pezzopane). Il centro antiviolenza de l’Aquila che potrà curasi delle ferite più gravi, ha subito il furto delle risorse necessarie. Noi comunque ci rivolgeremo alle donne del Centro antiviolenza de l’Aquila, perché con la vittima avranno bisogno del nostro sostegno, nel lavoro che continueranno a fare nonostante tutto.
Alla giovane madre in attesa, di 17 anni picchiata e segregata a Napoli, possiamo rivolgerci attraverso le meravigliose donne di Scampia, che sapranno come rendere accogliente per lei il suo quartiere. E ci rivolgiamo alle donne del Centro antiviolenza del Comune di Napoli, col nostro sostegno di dempre, nella lotta per andare avanti, mentre la Regione tiene in ostaggio il denaro destinato dall’Europa, per non chiudere.
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