Dalle multinazionali al telaio - Laura Carbonelli si è licenziata dalla multinazionale e ha aperto una scuola di ricamo
Borrelli Marika Lunedi, 22/11/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2010
Laura Carbonelli, milanese con metà cuore sul Lago d’Orta, per diciotto anni dirigente e capo-progetto per multinazionali dell’Information Technology, è una “tosta”. Laureata in matematica, non si è mai spaventata davanti a niente e ha guidato e coordinato tecnici e progettisti in giro per l’Italia. Nel tempo non occupato da questa sua professione così impegnativa, ha sempre avuto come hobby il ricamo, una forma di meditazione, salvifica e terapeutica.
Quando non è più riuscita a condividere la mission aziendale (così spersonalizzante e a volte cinica), si è rivolta alla sua passione quasi come un’isola lacustre, un rifugio quieto come quell’isola di San Giulio, giusto nel centro del lago a lei caro.
Così, si è licenziata dalla multinazionale e ha aperto una scuola di ricamo. Lei racconta di ricordarsi all’incirca treenne abbracciata a un telaio. Quest’hobby è diventato anche il recupero della spensieratezza infantile, come la possibilità di renderlo attuale in epoca di “grossolanità tessile” e di troppa fretta. La chiamano “sindrome della mancanza di vita” quel contesto quotidiano entro il quale ci si ‘’dimentica” di vivere per inseguire performance, produttività massima e impiego di ogni secondo di tempo.
Laura è loquace, diretta, pratica, con la mentalità da problem-solver. Quando ha deciso che il ricamo doveva essere la sua via, si è prima fornita dei titoli giusti (tra i quali anche la Royal School of Needlework) poi ha scelto i suoi compagni di viaggio, tra disegnatori e artisti. I suoi lavori sono impeccabili come un’equazione matematica, che ha il suo bel fascino, in ogni caso.
Laura suscita molta curiosità per le sue scelte così estreme, ma anche tanta ammirazione per la determinazione e la tranquillità (come un gran fiume cinese) che traspaiono quando si perde tra fili, colori e disegni. La noti subito: è controcorrente. E non se ne preoccupa affatto.
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