Mobilità, urbanizzazione e pianificazione territoriale esaminata dal punto di vista di genere: una riflessione interessante su Ladynomics
Tempi strani, care lettrici, talmente tanto che un articolo sulla mobilità delle donne, che avremmo giurato roba da rare secchione come solo noi sappiamo essere, ha invece raccolto parecchio interesse. E quindi, siccome ci piace ritornare sul luogo del delitto, alziamo la posta e vediamo se vi piace anche questo, che indaga sul perché ci sono le differenze di genere anche nella mobilità. Per dare una risposta argomentata tocca quindi andare indietro nel tempo, andando a toccare gli albori della rivoluzione industriale e le interconnessioni tra sviluppo economico e la vita delle donne e degli uomini nei territori. Sì, perché se andiamo a vedere bene, genere e mobilità
Prima infatti l’economia era soprattutto di carattere rurale nelle campagne e di servizi e commercio nelle città: la mobilità come la intendiamo oggi praticamente non esisteva ed era molto più ridotta quanto a distanze e legata soprattutto a esigenze di trasporti di merci.
La maggior parte delle persone lavorava presso la propria abitazione, sia chi era dedito all’attività agricola, sia chi operava nelle città nei settori del commercio o dei servizi, per i quali la casa era comunque prossima alla “bottega” o al posto di lavoro.
Basta osservare la conformazione dei centri storici delle città italiane ed europee per avere ancora oggi una testimonianza di tale modo di vivere.
... continua a leggere in Ladynomics, articolo di Giovanna Badalassi del 10 gennaio 2023...
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