Il Cairo. Non si fermano i progetti nati per combattere le molestie ed i maltrattamenti contro le donne in Egitto, come non si fermano quelli intenzionati a coinvolgere anche gli uomini in questa lunga e dura battaglia.
Questa volta è il turno del Centro per Sviluppo delle Tecniche appropriate di Comunicazione che da più di un mese sta girando per la capitale e dintorni per reclutare quanti più uomini che da volontari lavoreranno nei prossimi mesi accanto alle volontarie “per creare una maggiore percezione di quello che sta affliggendo da tempo la nostra società” dice Yara Fathi, responsabile dei programmi del centro rivolti alle donne egiziane.
Cercando di abbattere l’idea prevalente che il problema delle molestie e della violenza di genere sia una questione solo femminile, il progetto “Men against violence” vuole veicolare un messaggio diverso, quello cioè che anche gli uomini sono chiamati a lottare insieme quella che oggi è vissuta come una piaga sociale.
Yara Fathi pensa che non sia giusto parlare di un solo tipo di violenza. Per lei è arrivato il momento di trattare la questione a largo raggio. Non esistono solo le molestie sessuali nei luoghi pubblici, ci sono anche le violenze domestiche e psicologiche che le donne sono costrette a subire tra le mura delle loro case, per non parlare poi dei matrimoni precoci e delle mutilazioni genitali femminili ancora molto diffuse nelle zone rurali del Paese.
“Coinvolgendo le donne e gli uomini vogliamo far aumentare la consapevolezza delle ripercussioni che tutti questi tipi di violenza possono avere sulle vittime, le loro famiglie e di conseguenza sull’intera società” dice Fathi.
Secondo i dati diffusi negli ultimi mesi, è sconcertante il dato che riporta come più del 30% delle donne egiziane sposate ha subito una violenza, sia essa fisica o psicologica.
La percentuale è destinata ad salire al 39,5% quando sono donne analfabete e che vivono nelle zone rurali, circa il 32,4%.
Un problema che per essere sconfitto richiede ancora gli sforzi non solo da parte del governo, ma anche da parte della società civile.
Per tutto questo il Consiglio Nazionale delle Donne egiziane negli ultimi anni ha lottato affinché venisse scritto a chiare lettere nell’articolo 11 della Costituzione che anche lo Stato si impegnava a proteggere le donne contro ogni forma di violenza.
E se le cose stentano a cambiare repentinamente in Egitto, non si può nascondere che i primi tiepidi risultati si stanno avendo.
Dall’inizio del 2016 lo stesso Consiglio in collaborazione con il Ministero degli Interni, quello della Giustizia e quello degli Affari religiosi ha messo in moto tutta una serie di piccoli progetti che partendo dalle scuole mirano ad monitorare e ridurre la violenza di strada contro le donne e la ragazze. E lo fa coinvolgendo anche i ragazzi, come fa sta facendo anche “Men against violence” da poco più di un mese nell’area della capitale e di Giza.
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