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CODICE ROSSO

CODICE ROSSO

Approvato il ddl a tutela delle vittima di violenza domestica e di genere. Un passo importante, ma quanto si dovrà ancora lavorare su una subcultura di giustificazione degli stessi atti?

Giovedi, 18/07/2019 - Il 17 luglio anche il Senato ha dato il via libera alla legge nota come "Codice Rosso", con 197 si e 47 astenuti, tra quest'ultimi il Leu e il Pd.
Non ci resta che attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Un passo importante nella lotta alla violenza domestica e di genere, con una serie di cambiamenti dei ddl esistenti.
In pratica prevede una riduzione dei tempi massimi per le indagini preliminari in caso di delitti;
La polizia giudiziaria dovrà comunicare al p.m. ogni notizia riguardate il reato anche per via orale;
è prevista una presunzione di urgenza assoluta con la garanzia che la vittima possa essere ascoltata entro 3 giorni dall'iscrizione del reato stesso;
Il diritto della donna a presentare denuncia passa dai 6 mesi ai 12;
pene più severe nel caso di maltrattamenti domestici con un ulteriore inasprimento se perpetrati in presenza di minori , e su donne incinte, se disabile e se vi è l'uso di un'arma.
Inasprimento della pena se viene deformato il viso di una persona e ergastolo in caso di morte della stessa; una pena da sei a dodici anni, aggravata laddove vi siano atti sessuali con minori di 14 anni in cambio di denaro o di qualsiasi altra utilità, anche solo promessi.
Finalmente si fa chiarezza anche sul cosiddetto "Revenge porn" :carcere da uno a sei anni e multe da 5mila a 15mila euro per chi diffonde foto o video a contenuto sessuale per vendicarsi del partner dopo la fine di una relazione. Pena che si applica anche a chi riceve immagini hard e le diffonde senza il consenso dei protagonisti. Previste aggravanti se il reato è commesso dal partner o da un ex con diffusione via social.
Un giorno indubbiamente da ricordare e che fa chiarezza anche su stili di aggressioni sempre più imperanti nel mondo dei social. A mio avviso è un passo importantissimo ma è il primo , ben altro si dovrebbe fare sul mondo di una certa subcultura che giustifica in molti contesti sociali l'uso della violenza soprattutto in ambito domestico.
Ahimè siamo ancora lontani se ,ancora oggi , in un paesino del sud il coniuge rilasciato per aver chiuso una lite domestica con minacce verbali e fisiche viene poi accolto da un gruppo di cavernicoli con tanto di selfie in piazza e pacche sulla spalla come se fosse un reduce di guerra!

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