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CNR / Le donne tra scienza e memoria storica

CNR / Le donne tra scienza e memoria storica

Nell'ambito delle celebrazione del novantennale un evento su donne e scienza e una mostra per ricordare le madri dei diritti femminili: martedì 10 dicembre 2013

Lunedi, 09/12/2013 - Nell’ambito delle celebrazioni dei 90 anni del CNR, domani, martedì 10 dicembre, il CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Istituto, ha organizzato l’evento “Direttore e Scienziata: al CNR un binomio possibile” durante il quale verranno portate all’attenzione le esperienze di quelle donne che, nonostante le difficoltà, sono riuscite a raggiungere i massimi livelli scientifici. L’evento inizierà alle 9.00 presso la Sala Marconi dell’Istituto di Ricerca, giunto ad un compleanno importante che va dunque opportunamente celebrato. Il programma dell’incontro prevede la presenza della Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli e dell’onorevole Livia Turco.



L’appuntamento di domani si iscrive in un calendario fitto di incontri per ricordare l’importanza della ricerca e di alcune figure, non solo appartenenti al mondo scientifico, che hanno contribuito a migliorare il paese. Uno fra tutti Tommaso Fiore, scrittore e politico italiano, meridionalista convinto, a cui il CUG ha dedicato un incontro (lo scorso martedì 3 dicembre) e una mostra, visitabile fino al prossimo 18 dicembre. Un luogo noto per la sua vocazione scientifica e matematica si apre alla memoria non solo della figura di Fiore ma di molte donne importanti che hanno posto le basi per i cambiamenti culturali che avrebbero migliorato la vita di tutte le donne italiane in termini di diritti, alfabetizzazione, accesso alle professioni. Dunque, l’apparente contraddizione tra cultura umanista e sapere scientifico è subito sanata come spiega la dott.ssa Liberati, Presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Istituto di Ricerca, che ha promosso la mostra nell’ambito delle celebrazioni dei 90 anni di vita del CNR. “Volevamo creare un momento di memoria condivisa, che potesse vivere fuori dall’archivio polveroso. Siamo partiti dall’idea che siamo debitrici nei confronti di queste donne e questi uomini, vissuti tra il 1946-1966, senza i quali non si sarebbe aperta la grande stagione dell’acquisizione dei diritti negli anni ’70. Il paese, all’indomani della guerra, era arretratissimo e distrutto, con l' analfabetismo al 70%. Le donne a cui facciamo riferimento in questa mostra, quasi sempre intellettuali, decisero di dedicare la loro vita alle altre donne. Carla Voltolina Pertini, Ada Gobetti, Adele Bei, Lina Merlin, e tante altre trovarono il modo di mettere al centro delle battaglie le donne e in particolare le donne del Meridione.”



Ancora oggi questione femminile e meridionale in Italia sono strettamente interconnesse con dati (poco più del 30% delle donne nella fascia attiva, ha un lavoro al sud) così distanti, non solo dalla media europea, ma dal risultato del nord e centro Italia. Noi Donne che da 70 anni si occupa di dar voce alle istanze femminili, non poteva mancare questo appuntamento di celebrazione di un passato che va ricordato e difeso. La redazione ha dunque collaborato alla realizzazione della mostra aprendo e facendo vivere il suo archivio, fonte inesauribile di contenuti utili a ricostruire fedelmente i mutamenti sociali, politici e culturali che dal 1944, anno di nascita della rivista, ad oggi sono avvenuti nella vita delle donne italiane. L’evoluzione (ma anche i lunghi periodi di stallo o peggio di regressione dei diritti) è stata raccontata dal giornale lungo tutti questi anni attraverso articoli, foto, e numerose relazioni con importanti esponenti del mondo del giornalismo, della cultura, della politica e dell’economia.



Costanza Fanelli
ha curato per Noi Donne la ricerca in archivio ai fini della partecipazione alla mostra. “Il primo filo conduttore riguarda lo stesso clima di tensione ricostruttiva di un paese condiviso da Tommaso Fiore e Noi Donne, che, anche in quanto portavoce dell’azione della grande organizzazione di donne nata dalla resistenza l’UDI è uno degli strumenti più importanti di questa vasta campagna di risveglio civico e politico e partecipa in prima fila alla più grande battaglia politica delle donne dopo la guerra, il voto, svolgendo un ruolo essenziale per rendere protagoniste le donne di quel passaggio anche attraverso un sostegno capillare informativo sulle donne candidate a svolgere un ruolo nuovo nelle istituzioni e nel paese. Nell’Assemblea Costituente prima, nel Parlamento poi. Attraverso i fogli colore seppia riprendono corpo i volti di donne che erano veramente una parte essenziale della nuova classe dirigente politica che si stava costruendo.



Il secondo filo conduttore è l’attenzione costante che legano il giornale e Tommaso Fiore alla denuncia delle condizioni di vita e di lavoro delle donne in particolare ma non solo delle regioni meridionali. Noi Donne riserva ogni numero spazio con articoli, inchieste, reportage anche fotografici in Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna per mano di donne e uomini che diventeranno famosi sia come giornalisti che come scrittori: Fausta Cialente, Anna Maria Ortese, Renata Viganò, Ma da anche conto della ripresa delle battaglie sindacali come donne portate avanti da altre donne, come Adele Bei, con cui Fiore aveva stretti contatti nella sua azione di attivista e studioso insieme delle lotte contadine e per il lavoro della sua regione e più in generale nel Sud. Noi Donne e l’azione di Tommaso Fiore si incontrano poi direttamente lungo il percorso di una grande mobilitazione di massa delle donne del sud promossa lungo tutto il 1948 dall’UDI e sostenuta fortemente dal giornale: le assise meridionali delle donne, un insieme di iniziative e incontri a tappeto che in seguito ad un lavoro capillare sul territorio portava poi centinaia di donne a incontrarsi in Assemblee dove si portavano le testimonianze dirette di storie individuali e collettive delle donne, dove ci si organizzava attorno a precide rivendicazioni. In quell’intreccio fervido di militanza concreta politica e sindacale e di azione di ricostruzione culturale e civile le pagine di Noi Donne danno conto della presenza e dell’azione culturale e civile di donne che non a caso erano anche per Tommaso Fiore riferimento di un’azione di risveglio di coscienza, di costruzione di nuovi diritti, di promozione di una visione di ricostruzione affidata alla crescita culturale oltreché economica e politica di ceti e settori che il fascismo aveva voluto ai margini e che settori retrivi volevano continuare a sfruttare.



E qui c’è il terzo filo conduttore del rapporto tra Tommaso Fiore e Noi Donne. Nel 1950 la direzione di Noi Donne viene affidata a Maria Antonietta Macciocchi che in ogni numero dedica una sorta di editoriale ad una simbolica signora Maria a cui chiede di fermarsi per un poco a riflettere su vicende o fatti che capitano nel paese. È sua iniziativa ma con il sostegno di molte altre persone, uomini e donne, che nel 1952 attorno alla rivista Noi Donne cresce l’idea di organizzare un grande evento nazionale sulla stampa femminile. L’idea è segnata molto dalla critica forte con cui si guardava alla tradizionale stampa che si rivolgeva alle donne, una stampa accusata di valori “borghesi” e comunque tradizionalistici per le donne. La Macciocchi scrive un volume su questo tema facendo anche un lavoro di analisi e rilettura critica sui giornali che si rivolgevano alle donne. Ma le finalità, anche per il concorso e l’adesione dati da tantissime figure di intellettuali, scrittori e scrittrici, uomini e donne della cultura, della vita politica e istituzionale, si ampliano tantissimo diventando un appuntamento di grandissimo rilievo, costruito in mesi e mesi di lavoro, al cui centro c’era il problema della necessità condivisa di una grande iniziativa di diffusione della cultura, come patrimonio di tutte e tutti i cittadini. Quindi prima di tutto lotta all’analfabetismo ancora così forte e diffuso, ma anche importante ruolo informativo e educativo affidato alla informazione cosiddetta “democratica”, alle istituzioni culturali del paese, in primis la scuola e l’università. Tommaso Fiore è uno dei più attivi e convinti sostenitori di questa iniziativa. Darà un grande supporto e aiuto alla principale organizzatrice, la Macciocchi e il suo sarà uno degli interventi più importanti della grande Assise che si terrà in un grande teatro di Roma. Con lui intervengono altri importanti protagonisti dell’epoca che hanno ciascuno lasciato un proprio segno nella vita artistica, culturale, informativa, politica del paese. Il giornale fornisce di queste persone e di questo evento una testimonianza dettagliata anche dal punto di vista delle immagini."



Le nostre videointerviste su streamago: Rosa Capozzi, ideatrice della mostra; Costanza Fanelli per Noidonne. 

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