La donna del mese - Haitiana, fa parte di WIDE, Women International Development Europe ed è componente della WILPF, Women International League for Freedom and Peace, di Ginevra
Piera Francesca Mastantuono Lunedi, 21/03/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2011
Clorinde Zéphir è Haitiana. Attualmente fa parte di WIDE, Women International Development Europe con sede a Bruxelles, ed è componente della WILPF, Women International League for Freedom and Peace, di Ginevra. Nel 1987 ha fondato, e diretto per dieci anni, il Centro nazionale e internazionale di documentazione, d’informazione e di difesa dei diritti delle donne in Haiti “ENFOFANM”. Clorinde Zéphir ha studiato letterature comparate e filosofia a Parigi. Ha intrapreso un viaggio in Europa e in Italia per far conoscere la realtà di un paese devastato dalla “catastrophe”, il sisma del 12 gennaio 2010. Il terremoto ha provocato 230.000 morti e 300.000 feriti, mentre oltre un milione di persone vivono ancora nelle tendopoli di Port-au-Prince e a sud di Haiti. Secondo Amnesty International, nei primi 150 giorni dopo il terremoto sono stati segnalati oltre 250 stupri. Un anno dopo, quasi ogni giorno viene segnalato un abuso.
La storia haitiana, dalla sua scoperta da parte di Colombo nel 1492, alla conquista da parte degli spagnoli, dei francesi, passando per l’indipendenza che la rende la prima Repubblica Nera nel 1804, fino alle ultime elezioni presidenziali in corso, è una storia complessa e travagliata.
Qual è il ruolo delle donne ad Haiti?
Una delle vittorie del movimento femminista haitiano è stata la conquista del voto per le donne nel 1956, anno in cui venne però eletto il futuro dittatore François Duvalier che rimarrà in carica fino al 1971, garantendo poi la successiva presidenza al figlio Jean Claude che rimase al potere fino al 1986. I loro governi saranno caratterizzati dalla violenza e dalla repressione di dissidenti e movimenti. Oggi l’ENFOFANM e la WILPF, due importanti movimenti a tutela delle donne, rappresentano un punto di riferimento molto importante, anche come legame con la comunità internazionale. Purtroppo il sisma del 2010 ha distrutto la sede dell’ENFOFANM portando via con sé quattro donne dell’associazione. Nonostante ciò, siamo riuscite, orgogliosamente, a far uscire cinque numeri del nostro giornale “Haiti femmes”, fondato nel 1991. Ora la maggior parte delle nostre energie sono indirizzate al reperimento di risorse per realizzare le iniziative ed i progetti. Tra i nostri obiettivi prioritari c'è quello di cercare di garantire alle donne il diritto sul proprio corpo e sulla proprietà della terra; inoltre, aumentarne la scolarizzazione e incrementarne l’impiego a livelli dirigenziali. Attualmente infatti la maggior parte di loro lavorano nel settore domestico oppure nel piccolo commercio ambulante. L’autonomia personale delle donne passa innanzitutto per l’autonomia lavorativa: avere una disponibilità economica implica che le donne non debbano avere la necessità di prostituirsi per mantenere se stesse e le famiglie numerose delle quali fanno parte, come purtroppo spesso accade. Per quanto riguarda la violenza di genere, è del 2005 un decreto legge che ha introdotto la pena fino a 10 anni per il reato di stupro. Purtroppo, dopo il sisma, è aumentato drammaticamente il numero di donne violentate anche a causa della promiscuità nelle affollatissime tendopoli sorte dopo la catastrofe, e dei numerosi problemi ad essa collegati.
Cosa pensa delle elezioni elettorali in corso e che vedono la candidatura di Mirlande Manigat?
Le elezioni presidenziali sono particolarmente controverse e violente, anche a seguito delle accuse di brogli elettorali, poi sconfessati. Ed è uno dei motivi per cui l’opposizione continua a chiederne l’annullamento, ed il problema è rilevante poiché l’opposizione rappresenta la società civile dopo la caduta di Duvalier. Inoltre l'affluenza al voto è stimata sotto il 50%. Nonostante ciò le elezioni continuano e al ballottaggio di fine marzo per la presidenza si presentano la candidata Mirlande Manigat e il cantante Michel Martelly [il cosiddetto “candidato del popolo”, ndr]. La mia opinione sulla candidatura di una donna è che Mirlande Manigat tiene molto a questo ruolo [Mirlande è la moglie dell'ex Presidente Leslie Manigat, ndr].
Cosa può fare il popolo delle donne europee per le donne haitiane?
Tutte le donne possono senz’altro far conoscere la situazione haitiana. La diffusione dell’informazione è fondamentale, a tutti i livelli, nazionale e internazionale. Uno dei nostri obiettivi è quello di creare una rete tra le donne che si fondi sui mezzi di comunicazione, tale da permettere di portare avanti iniziative, progetti e quant’altro a livello internazionale realizzando così un gruppo che collabori per il medesimo obiettivo.
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