A tutto schermo - Quando il professore diventa il nemico, in un film sloveno di grande profonditÃ
Colla Elisabetta Lunedi, 22/09/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2014
Vincitore della Palmares Fedeora 2013 e presentato l’anno scorso al Festival di Venezia (Settimana della Critica), esce a Settembre il bel film sloveno Class Enemy (co-prodotto dalla Germania), diretto da Rok Biček, che cerca di rispondere, in modo complesso e sfaccettato, alla domanda: quanto pesa la valutazione di un’insegnante sulla sensibilità di ragazzi vulnerabili e a volte fragili, con personalità comunque in evoluzione? Il regista, non ancora trentenne, ha realizzato un film di grande maturità, dove il bianco ed il nero si confondono, traendo spunto da un fatto realmente avvenuto quando era al liceo: una ragazza di nome Sabina, dal temperamento artistico ed inquieto, dopo l’arrivo di un professore di tedesco molto severo che la richiama in modo piuttosto aggressivo alle sue responsabilità nel progettare la propria vita, si suicida. I suoi compagni di classe si stringono contro il professore, considerandolo un vero e proprio nemico, e mettono in atto comportamenti trasgressivi e rabbiosi, per tener vivo il ricordo di Sabina e farle giustizia, mentre la scuola cerca di dimenticare rapidamente l’accaduto. Il professore non sembra, apparentemente, soffrire per l’accaduto, né sembra sentirsi in colpa, e si trincera dietro la gelida affermazione: “Sabina ha fatto la sua scelta”. A poco a poco emergono nuove informazioni sulla ragazza (problemi familiari, altri eventi che possano aver contribuito alla sua decisione) ed alcuni ragazzi della classe cominciano ad avere dubbi sulla linea dura e pura tenuta contro il professore, il gruppo vacilla, iniziano i primi litigi e vengono coinvolti genitori, psicologi e gruppo docente. La pellicola ha il suo punto di forza nei dialoghi e nelle riflessioni, sia quelle degli studenti fra loro, sia quelle del professore incriminato e degli altri adulti con gli studenti: la descrizione delle difficoltà intergenerazionali, della fatica di crescere ed accettare i meccanismi del mondo adulto e le regole della vita stessa, le espressioni della rabbia giovanile per eventi incontrollabili, sono affrontate con un’ottica di grande profondità e con una non comune capacità di scavare nei personaggi. Un film che non si dimentica facilmente e che ci fa porre domande sulle nostre presunte certezze di adulti, così come sulle nostre responsabilità di esseri umani.
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