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Cittadinanza ai minori

Cittadinanza ai minori

Centro aiuto bambini maltrattati - “Dare la cittadinanza italiana ai minori nati in Italia da genitori stranieri e a quelli che hanno frequentato la scuola in Italia per almeno due anni”. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato relativo alla recente pr

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008

“Dare la cittadinanza italiana ai minori nati in Italia da genitori stranieri e a quelli che hanno frequentato la scuola in Italia per almeno due anni”. Questa la sintetica proposta avanzata da Luigi Cancrini del Centro aiuto bambini maltrattati, in occasione di una conferenza stampa organizzata alla Casa Internazionale delle Donne a Roma. Lo spunto per questa proposta - che è aperta ai suggerimenti di chi vorrà aderire al Comitato promotore che valuterà se raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare o presentare una proposta in Parlamento, raccogliendo sostegni bipartisan – viene dal dibattito aperto dalle proposte del governo per la gestione dei rom.”La politica non entra nei luoghi del sottoproletariato – ha sottolineato Cancrini -. Lì c’è il volontariato, spesso cattolico, ma mancano interventi programmatici. La sinistra ritiene sufficiente non stigmatizzare mentre la destra manifesta intolleranza. L’episodio di Napoli del (falso) rapimento ha determinato la deflagrazione e la mossa iniziale è stata brutta, ma è importante sottolineare che il Ministro Maroni - che per fare la proposta delle impronte avrà avuto dei sostegni – ha poi ascoltato altre posizioni e ha presentato un documento interessante. Oggi si è aperta una discussione, è una partita in cui occorre giocare un ruolo anche per orientare l’opinione pubblica. Lo stesso Presidente della Repubblica, nel corso della celebrazione della Giornata mondiale dell’Infanzia celebrata al Quirinale, ha proposto che sia data la cittadinanza ai bambini che crescono in Italia. Quello di cui c’è bisogno è di ricreare un clima che 40 anni fa ha permesso di fare tante leggi utili al Paese. C’è bisogno di larghe intese vere, che consentano di trovare con il dialogo le soluzioni a problemi complessi, a fare le grandi riforme. Occorre trovare punti di intesa (e non compromessi, che sono altra cosa). Le idee devono maturare e diventare forza”.


(29 luglio 2008)

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