Di Letteratura e di Filosofia - A Modena e a Mantova grande kermesse di idee e provocazioni
Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008
Anche quest’anno non ci siamo lasciate sfuggire le grandi occasioni offerte da Mantova con il Festivaletteratura e da Modena con il Festival della Filosofia e con la loro capacità di reinventarsi. Mantova in modo sottile, indagatore e “umile”, grazie al determinante contributo delle donne, ci ha parlato del disagio, della violenza del secolo breve, delle patrie e delle identità, offrendo un originale contributo per la costruzione di una cultura di coesistenza e di reciproca comprensione. Un esempio fra tutti: la chiara denuncia degli integralismi della scrittrice e pittrice libanese Etel Adnan, che rappresenta una delle massime voci della letteratura araba contemporanea. Nel mirabile film della brava regista greca Vouvula Skoura capiamo il perchè: è nel sapere, nella curiosità, nella conoscenza delle diversità che si riesce a mettere in discussione le proprie opinioni e combattere ogni genere di battaglia contro il dogmatismo. E’ cosmopolitismo il fondamento della cittadinanza e della percezione dell’appartenenza. La rivelazione di Festivaletteratura 2008 è stata indubbiamente Iona Heath, medico in uno dei quartieri più poveri di Londra, già presidente del gruppo contro le disuguaglianze nella sanità ed ora Presidente del Comitato Etico del British Medical Journal. Il suo primo libro pubblicato in italiano è “Modi di morire”, che tratta in modo scientifico come e quanto la letteratura abbia affrontato il tema della morte. Perchè la letteratura? “Perchè la religione ci ha privato della morte e la ricerca ha perso la percezione del proprio limite”. Se il tema dell’edizione 2008 del Festival Filosofia di Modena - che è stato La Fantasia - apparentemente si pone con distanza rispetto ai temi affrontati da Mantova, anche a Modena grazie alla fantasia, si sono svelati segnali contro il dogmatismo. Ovunque esso regni.
Dalla sapiente fantasia dei sapori antichi espressi dalle figure del Duomo, alle lezioni magistrali anche di grandi donne: Marina Bettetini, Roberta de Monticelli, Chiara Frugoni e Gabriella Tornaturi. Il loro approccio, talvolta, inconsapevolmente di genere, si è distinto proprio perchè ha saputo partire dal sé, dal proprio vissuto e dalla consapevolezza del ruolo dell’inconscio come elogio della fantasia per unire, mettere insieme, coltivare e promuovere pensieri “innovativi”. Tra tutti i preziosi ed insostituibili contributi, la lezione magistrale di Silvia Vegetti Finzi ha proposto un tema fondamentale per noi donne, che a sua volta produce domande inquietanti: il corpo come produttore di fantasie e strumento di un’economia che, attraverso i geni, trapassa. Siamo sicure di conoscere le risposte a queste domande: che cos’è generare? E’ una realizzazione biografica o è il comando di difesa della specie? Oppure generare è entrambe le cose? Perchè le donne incinte per partorire frequentano corsi tenuti da uomini in camice? Non è forse perchè c’è stata una perdita di estro, che nei mammiferi regola l’atteggiamento istintivo? E’ per causa della caduta dell’estro che abbiamo perso la lettura del corpo? La società patriarcale nasce perchè la della capacità femminile di creare figure simbolo è scomparsa?
Molto probabilmente quando sapremo rispondere a queste domande il parto non sarà più nei tempi e nei modi in cui decide l’uomo. Un altro grande dogmatismo da combattere.
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