Giovedi, 10/01/2013 - Ho avuto anch’io quattordici anni. Tutt* abbiamo avuto i nostri bei quattordici anni.
Quel momento della vita, quell’attimo fuggente e meraviglioso…. Quando viviamo amori che vanno e vengono alla velocità della luce. Quando l’esistenza ci sembra terribile e stupenda, incomprensibile e chiarissima.
Quando sogniamo ad occhi aperti perché chiuderli è una perdita di tempo.
La prima sigaretta, il primo amore, il primo scooter, la prima discoteca.
Le prime bugie ai genitori sul dove e quando di ogni cosa.
E si entra in quel meraviglioso tunnel chiamato adolescenza che chissà dove ci porterà…. forse fino a toccare la luna.
Ma poi accade qualcosa di brutto. Spesso ci sentiamo soli e sole. Troppo. Vorremmo parlare con quel qualcuno che non c’è, un qualcuno qualsiasi. La mamma, il papà, gli amici? No. Non capirebbero. Nessuno capirebbe perché ci sentiamo così strani.
E se a tutto questo si aggiungono parole cattive, dette, scritte, sussurrate, urlate…. È la fine.
E’ stata la fine per Carolina, quattordici anni: troppe volte, parole cattive dette e scritte contro di lei, nel web e ovunque.
Troppe volte, parole di adolescenti contro un’adolescente.
Di chi è la colpa del suicidio di Carolina? Non sta a me dirlo.
Io penso solo alla sua solitudine di quattordicenne.
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