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Ci lascia Mario Dany De Luca

Ci lascia Mario Dany De Luca

Amato da tutti, punto di riferimento del terzo settore

Martedi, 25/03/2025 - Per tutte le persone fragili e per gli amici, semplicemente Mario. Di origine molisana, amante del suo paese Casalcipriano e della città di Roma, dove laureandosi in Storia e Filosofia, ci lavora e ci vive. Le sue prime esperienze lavorative sono l’insegnamento di storia e filosofia. Da piccolissimo conosce direttamente la sofferenza per una seria forma di polio, che lo costringe a una vita lontano dalla sua famiglia per curarsi e studiare. Si dedica molto giovane ai diritti dei portatori di disabilità nell’ambito della CGIL, partecipando attivamente alla legge 104 e ideando la legge per l’integrazione dei disabili in ambito lavorativo, lottando anche per la stabilizzazione degli operatori sociali precari. Responsabile CGIL, anche regionale, s’interessa della sicurezza nel mondo del lavoro. Molteplici le cariche ricoperte da Mario De Luca, tra le altre la presidenza dell’AUSER Lazio, dell’AIAS, della FISCH, del Centro regionale per non vedenti Sant’Alessio Margherita di Savoia, della Fondazione Santa Lucia, della Cooperativa Sociale Maggio 82.
Mario, negli anni, diventa un punto di riferimento nazionale di tante Cooperative e Associazioni attive nell’ambito del sociale, fino alla nomina di Responsabile Nazionale Disabilità e del Lazio sul welfare e politiche del lavoro dell’IdV.
Importante il suo vivo interesse per l’educazione alla salute dei lavoratori ai fini di evitare malattie professionali e il suo ruolo attivo in ambito sportivo con il basket in carrozzina della Fondazione Santa Lucia. Lo sport per lui era un elemento essenziale di crescita per una reale inclusione dei soggetti appesantiti dalle difficoltà di salute. Lui stesso ne dava l’esempio praticandolo con gioia. Amava molto il nuoto che ha praticato finché ha potuto. Importanti i suoi scritti sui temi sociali.
Mario, una figura di spicco nell’ambito del sociale, amata da tutti, senza riserve partitiche da sinistra a destra, per la sua correttezza, serietà, etica professionale, grande umanità. Unico per la sua intelligenza straripante di empatia, capace di ascoltare il parlato dell’altro fino a incoraggiare e raggiungere, con il suo cristallino carisma, una visione molto diversa della disabilità, colma di nuove e concrete speranze. Capace di abbattere e far abbattere ogni barriera, fisica e psicologica, Mario riusciva a svolgere un compito molto difficile, quello di associare gli esseri umani, attraverso una comunicazione sincera, colma di saggezza e profondità di pensiero.
Per Mario l’amicizia era un valore eterno, indistruttibile. Un amico difficile da dimenticare, soprattutto per la fiducia e la collaborazione che offriva alle persone seriamente interessate al bene degli altri. Indimenticabili per me le esperienze artistiche con gli anziani dell’AUSER e quelle con gli ipovedenti e non vedenti. Dove arrivava Mario sparivano i limiti della burocrazia paralizzante per ritrovare l’umanità e la volontà di tradurre la sua sensibilità in azioni adeguate alla lotta contro tutti gli impedimenti. Per questa sua onestà la vita professionale incontrava anche qualche ostacolo che Mario affrontava con la serietà e l’altruismo di sempre, Capitava che gli “egoisti” della politica gli dicessero pure: “Ma a te chi te lo fa fare”? Fedele ai suoi ideali di solidarietà era incapace di essere competitivo in senso opportunistico, credeva ancora nei valori umani comprendendone le mancanze. Troppo onesto e corretto per una carriera partitica, la politica per lui era veramente interessarsi al bene degli altri attraverso un’autentica solidarietà. Era aperto ad ogni idea innovativa e collaborare con lui significava nutrirsi della sua incredibile energia. Per chi lo conosceva sarà durissima accettare che la sorte si accanisca su persone così utili al bene sociale e soprattutto ancora giovani.
Aveva appena 67 anni e amava la vita, nonostante l’aggravamento della sua situazione. Ad illuminare ancora i suoi occhi celesti, specchio dell’anima, c’era il grande affetto per tutta la sua famiglia e per i suoi cari, ai quali tutti gli amici e conoscenti porgono le più sentite condoglianze. Peculiare l’affetto per la sua figlioccia Samantha, alla quale sarà difficile spiegare perché le persone buone come Mario, capaci di solidarietà e sostegno, debbano lasciare questa dimensione, prima di altre incapaci di sentire, volere e compiere azioni oneste. Confido che i buoni continueranno in un’altra dimensione la loro missione per il Bene dell’umanità ma il vuoto per chi resta sembra incolmabile. Eppure la passione di Mario per il sociale non può finire, soprattutto perché il suo impegno è l’eredità per chi resta. I valori sono come raggi luminosi impressi nella memoria del cuore, pronti ad essere resi propri e nuovamente trasmessi per una migliore visione del genere umano.
Si ricorderà Mario martedì 25 nella Camera Ardente dell’ospedale S. Eugenio di Roma e mercoledì 26 alle ore 8,30 nella Cappella dello stesso ospedale.

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