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Chiharu Shiota espone al Gran Palais di Parigi - di Antonella Prota Giurleo

Chiharu Shiota espone al Gran Palais di Parigi - di Antonella Prota Giurleo

Visitabile fino al 19 marzo la mostra che espone sette grandi installazioni, sculture, fotografie, disegni, video di performances e materiali d’archivio che documentano venti anni di attività dell’artista

Lunedi, 10/02/2025 - Chiharu Shiota è un’artista giapponese nota per le sue installazioni artistiche realizzate con i fili. Nata nel 1972 nella prefettura di Osaka, ha studiato in Giappone e, successivamente, in Germania, dove attualmente risiede nella città di Berlino. Nell’attuale mostra al Gran Palais di Parigi - The Soul Trembles, fino al 19 marzo 2025 - sono esposte sette grandi installazioni, sculture, fotografie, disegni, video di performances e materiali d’archivio che permettono di documentare venti anni di attività dell’artista. Uncertain Journey

Nel 1915, alla Biennale di Venezia, ho incontrato per la prima volta l’opera di Chiharu. Sono rimasta incantata dalla rete di fili rossi che, invadendo lo spazio del padiglione del Giappone, si intrecciavano sul bianco di pareti e soffitto, aprendosi sul terreno per far posto a due barche sulle quali erano sospese più di cinquantamila chiavi raccolte da persone residenti in diversi paesi del mondo.

Nelle intenzioni dell’artista i fili rossi rimandano alle connessioni neurali del cervello, connessioni che, a mio parere, si collegano al tema delle relazioni tra le persone e alle antiche dee.

La lingua italiana non prevede il neutro, troppo spesso ancora utilizzato per indicare il femminile e il maschile imponendo, di fatto, il solo maschile.

Come la lingua, anche i colori non sono ‘neutri’. Christa Wolf, in Premesse a Cassandra nota come la prima trinità mai esistita sia femminile ed esprima i tre stadi della vita: la nascita, lo scorrere della vita stessa, la morte. Stadi a cui corrispondono tre colori: il nero, simbolicamente rappresentante la nascita, perché si viene al mondo dal buio del ventre materno; il rosso del sangue il cui scorrere permette la vita e il bianco delle ossa, la morte.

Rosso, nero e bianco sono colori fondamentali nell’opera di Chiharu. E’ probabilmente molto azzardato da parte mia interpretare l’opera di un’artista giapponese contemporanea attraverso un’analisi politico – coloristica che trova la sua ragione d’essere nel culto delle antiche dee madri. Può darsi. Ma è un’interpretazione che mi affascina e che mi sembra corrispondere all’agire dell’artista. E, in fondo, il colore del lutto, nella cultura giapponese, è il bianco.

Il filo è utilizzato in diversi modi: per sostenere oggetti, per collegarli tra loro, per costruire un’intelaiatura che diventa un soffitto e assume la forma di una volta oppure, come nei disegni, per sottolineare una forma o per uscire da essa.
Connecting small Memories

Acquarello, pastello grasso e filo su carta

Filo che assume la consistenza di una stringa, che collega, che unisce, che pare congiungere elementi di vita o di memoria, come le scarpe o le valigie sospese di Accumulation – Searching for the Destination, gli oggetti apparentemente inutili che rimandano ad età diverse, le foto seppia, quasi ricamate dal filo, che dicono di interpretazioni recenti rispetto al passato.

Accumulation – Searching for the Destination

Un passato che diventa struttura architettonica, come è il caso delle intelaiature di porte e finestre di un edificio abbandonato e distrutto. Inside – Outside è una struttura architettonica nella quale si entra e, attraverso fotografie, si prende visione di un palazzo, di come era, di come in esso si viveva. Conservare per ricordare.
Inside – Outside installazione

Inside – Outside documentazione fotografica

Il filo ricorda le Parche, restituisce il senso della memoria e dei legami. I fili compaiono anche nelle scenografie affidate all’artista, siano esse per spettacoli teatrali, come l’Edipo re, o per concerti. Sappiamo bene come un’orchestra sia costituita da una serie di persone, elementi che lavorano insieme per costruire una musica che suoni conseguente a chi ascolta. Chiharu Shiota esplicita questo lavoro attraverso fili colorati che corrono sul piano di un palco, a collegare le persone o ad annodarsi intorno ai leggii in un miscuglio di colori che ben rende la differenza dei suoni.

Un’installazione che mi è parsa particolarmente interessante è Reflection of Space and Time . Qui l’artista, attraverso l’uso di uno specchio, riprende elementi diversi divertendosi a giocare sull’uno – due e sul dentro – fuori. Un prisma a base romboidale con le pareti di fili alcantara neri intrecciati, sostenuti, sugli spigoli, da una struttura in metallo, accoglie al suo interno due abiti da sposa sospesi e uno specchio. Solitamente le persone possono entrare nelle installazioni, possono sentirsi avvolte e protette, o prigioniere, dei fili. In quest’opera l’entrata è possibile solo virtualmente, attraverso il proprio riflesso nello specchio, in uno spazio inaccessibile dall’esterno. Una riflessione di tempo, di spazio e di pensiero.
Reflection of Space and Time . Abito interno

Reflection of Space and Time . Antonella esterna – interna

Chiharu Shiota The Soul Trembles al Gran Palais di Parigi sino al 19 marzo 2025




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