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Chi va piano...

Chi va piano...

Massime e minime - la lentezza talvolta è pigrizia, talvolta è saggezza

Ortensi Paola Lunedi, 18/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2011

Sei una lumaca! La lentezza della lumaca è citata quale sinonimo di inconcludenza e non di un modo di vivere che preveda pensare, valutare, calibrare prima di fare. Quasi un offesa. Eppure sono tante le situazioni dove la citazione alla lentezza evoca comportamenti diciamo positivi. Senza scomodare più di una citazione pensiamo a “slow food”, associazione che della lentezza , attivata nella scelta, conoscenza, promozione e manipolazione del cibo di qualità, fin dall’origine ha fatto un marchio famoso affermato in tutto il mondo; al più nostrano consiglio che ogni medico saggio fa da sempre ai suoi pazienti invitandoli a mangiar lentamente per il loro benessere. Che dire poi di un lento, inteso come ballo della mattonella che ha deliziato e delizia generazioni d’innamorati o aspiranti tali, permettendo una tenera vicinanza; o ancora il lento pede con cui i latini suggerivano di passeggiare dopo il pasto, anche perché si sa “chi va piano va sano e va lontano”, magari visto che i tempi si evolvono lo fa accompagnato da una musica lenta andante con moto, trasportata dall’auricolare.

Insomma come capita spesso per tante altre parole o concetti la lentezza, a seconda dall’ottica da cui la si considera, indica ora un buona attitudine ora un atteggiamento negativo, ricordandoci che tutto è relativo e da valutare di situazione in situazione. Verrebbe da dire che la lentezza talvolta è pigrizia, talvolta è saggezza o magari solo un modo di vivere le cose dandosi il tempo di affrontarle a propria misura e credendo che il tempo sia galantuomo. Ricordando sempre quale bussola di comportamento che “ il tempo matura i frutti acerbi e guasta i maturi”. La lentezza si contrappone alla velocità, come talvolta la pigrizia alla fretta. Un proverbio dice che “fretta e bene non stanno bene insieme”, un altro però consiglia: “vai adagio che ho fretta”, e ancora, “la gatta frettolosa ha fatto i figli ciechi”; perché “la fretta è una cattiva consigliera”, ma è anche vero che “ciò che puoi fare oggi non rimandarlo a domani”. Nel rincorrersi senza tempo della lepre e del coniglio o della gara senza fine tra Achille e la tartaruga, essere una lumaca, o magari rassomigliare a una tartaruga, oggi dove tutto corre e scorre con una velocità assurda e sfibrante senza sosta, può divenire anche un complimento se pensiamo che, come ci suggerisce Milan Kundera nel suo romanzo, “la lentezza evoca la memoria mentre la velocità evoca l’oblio”.



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