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Chi ha paura della filosofia?

Chi ha paura della filosofia?

Modena - Una disciplina che ci appartiene più di quanto non si pensi comunemente. Il successo di 'Festivalfilosofia' ne è una conferma

Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006

Il nostro viaggio alla scoperta di luoghi nei quali il pensiero ci stimola e non ci fa sentire sole, dopo la tappa di Mantova non può che prevedere Modena, col suo Festivalfilosofia (15 / 17 settembre) di qualche anno più giovane ma già assurto a “must”.
Non si deve cadere nella tentazione di associare al termine filosofia qualcosa di impraticabile e di impossibile. Anzi, passando per Modena durante i giorni del festival ci si riconcilia con questa disciplina, si scopre che ci appartiene da sempre e che di essa dobbiamo riappropriarcene.
Festivalfilosofia è un grande Amico. Quello che regala, senza chiedere niente in cambio (nemmeno il biglietto d’ingresso), che ti accoglie a braccia aperte, ti prende per mano e ti accompagna nel mondo dei pensieri e delle idee senza spaventarti e senza farti vergognare di averne di tue. Idee che potrebbero essere condivise persino da alcuni dei maggiori pensatori del nostro tempo.
L'edizione del 2006 ha affrontato il tema dell’Umanità e come sempre il coinvolgimento dei sensi è totale. Dal cibo (gusto e olfatto) alla mostra, al film (vista), al concerto di musiche scelte “ad hoc” (udito) e al tatto ti rendi conto che la filosofia ti appartiene e ti nutre aiutandoti a prendere tempo e a capire le cose. L'attenta e profonda articolazione nasce da un impianto straordinario concepito da menti dotate di una conoscenza e di una capacità progettuale non comune, come testimoniò l’intervista alla direttrice che 'noidonne' ha pubblicato qualche tempo fa.
Ben quattro le filosofe ospitate quest’anno!
EVA CANTARELLA (sul tema 'Penelope. La tessitura del femminile nella Grecia Antica') è Professoressa di diritto romano e diritti dell’antichità presso l’Università di Milano. Con un linguaggio chiaro e semplice ha entusiasmato l’intera platea raccontandoci quanto dal 621 a.C. sia stato tramandato nella legislazione contemporanea. Chi ricorda che il delitto d’onore in Italia è rimasto attivo fino al 1981? Avete mai avuto la percezione che le donne incontrate da Ulisse rappresentassero modelli femminili ripresi dalla legislazione? Penelope: bella, di una obbedienza assoluta agli uomini di casa, riservata, silenziosa – parla solo quando interpellata -, una donna perbene contrapposta a Calypso, Circe, seducenti e seduttrici. Quanto e che cosa è cambiato anche alla luce di recenti sentenze che hanno attribuito pene minori?
LUISA MURARO (sul tema: 'Ritorno al regno di percezione. La creazione politica dell’umanità') è un nome importante e che si voglia o no è una donna col cui pensiero comunque dobbiamo misurarci. Eravamo in tante e da tante città italiane ad aspettarla a Sassuolo. Salutata da un lungo applauso, lei ha cominciato partendo dal mito della caverna. Caverna come metafora dell’utero e matrice della vita che dimostra e afferma che, essendo tutti nati di donna, è la relazione materna che ci accomuna. La relazione materna nasce con l’accettazione da parte della madre del figlio dentro di sé. La vita come indipendente dal modello materno è un modello fuorviante.Ecco perchè governare diviene sinonimo di cura e di custodia, e l’azione politica sinonimo di azione fatta da persone che amano la giustizia e il bene e che vivono la politica come una pratica relazionale, con gratitudine e sapendo vivere la dipendenza.
ROBERTA DE MONTICELLI (Sul tema 'Eva Pensante. Uno sguardo Nuovo sul fragile confine dell’Umanità') si presenta molto umilmente e dice che, pur non avendo alcuna teoria della differenza, ispirata dalla produzione di donne (Simone Weil, Shein, Zambrano e Jeanne Hersch in particolare) propone un pensiero da cui è scaturito un “abbozzo” di teoria delle differenza...
e per niente scontato, anzi ...dico io. Le donne guardano “all’insù” - non verso il basso- quindi verso ciò che gli uomini hanno definito divino e non animalità; all’ insù non perchè le donne siano più basse, ma all’insù per una sorta di attenzione profonda, accorata, verso i confini di ciò che è più umano. Se col suo primo gesto di disobbedienza Eva riassume perfettamente la bellezza dell’esilio, dell’umanità che Dio creò e che separò da sé, e pertanto di libertà, Eva è una donna che guarda all’insù, dalla sua infinita libertà convinta che quando si parla di Dio si parli di altro. Ecco perchè la filosofa Jeanne Hersch afferma che mai come oggi il confronto tra fede e filosofia richieda l’inizio della scrittura del suo secondo atto.
ELENA PULCINI (Sul tema 'Vulnerabile Umanità. Trasformazione dell’Homo Faber nell’età globale') ha sostenuto che non è vero che dopo l’11 settembre siamo tutti più vulnerabili, perchè i pericoli sono sempre esistiti. La questione sta nel fatto che adesso stiamo passando dalla fase di pericolo a quella del rischio generato dallo sviluppo della tecnica e dalla sua illimitatezza.
Il pericolo è spazialmente vicino, ma il rischio è spazialmente invisibile, imprevedibile
impensabile e non ci mette in grado neanche di immaginarlo. Ma di chi è la colpa, di chi è la responsabilità? Nell’età globale non riusciamo ad individuare i responsabili. Siamo di fronte alla capacità di capire ma non di percepire emotivamente. C’è angoscia ma non paura. Bisogna riacquisire la consapevolezza che siamo tutti esposti agli stessi rischi e che nessuno più gode dell’immunità.Tutto questo richiede una riattivazione del sentire, del reimparare ad avere paura, della conversione dell’angoscia che ci segue ovunque e rischia di portarci all’indifferenza in paura attiva che deve preludere alla cura del vivente ma non in una prospettiva genitoriale.
Dopo queste scuse doverose e sentite per aver tralasciato parti dei loro contributi, voglio ringraziare le filosofe per avermi dato la possibilità di offrire questi pensieri in pillole da gustare come le praline al cioccolato che si assaporano col caffè, perchè questi temi a noi non sono solo cari ma grazie a 'noidonne' abbiamo la possibilità di porgerle anche a chi a Modena non c'era.
(2 novembre 2006)

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