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"Che ti sei messa in testa?"

UDI scuola politica - A settembre la quarta edizione

Colanicchia Ingrid Lunedi, 22/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

“Voi avete già fatto tutto! Mi dicevano, qualche anno fa, le ragazze di fronte ai faldoni dell’Archivio centrale, ai manifesti, ai documenti… Certo se guardavo indietro e alla mia storia politica era vero, avevamo fatto tanto, ma non era possibile che fosse tutto”. È così che Pina Nuzzo, delegata nazionale dell’Unione Donne in Italia, spiega l’origine della Scuola Politica dell’Udi: un progetto che quest’anno giunge alla sua quarta edizione. “Quando abbiamo cominciato, nel 2006 - racconta -, sono partita dalla certezza che alle donne, alle più giovani ed anche quelle meno giovani che sono arrivate dopo il femminismo, interessasse un luogo fisico, oltre che simbolico, della politica”. E l’Udi, per la sua storia e per le rotture che ha saputo operare, può, secondo la Nuzzo, rappresentare tutto questo: “Uno spazio dove si può apprendere, non solo dai documenti del nostro ricco e prezioso Archivio, ma anche dall’esperienza, dal racconto e dall’insegnamento delle donne”. Un Scuola Politica quindi per favorire anche il necessario ricambio ‘generazionale’: “Se non si fa politica con questo respiro è difficile che altre donne, come quelle più giovani, possano imparare come si fa politica. La politica, quella che cambia le cose, nasce dalla pratica e dal confronto tra le diverse esperienze e richiede il collegamento costante tra donne per costruire una dimensione collettiva”.

E così è stato per le tre edizioni passate - tutte molto partecipate, da aderenti o meno dell’Udi - che hanno avuto come cornice un luogo dall’importante valore simbolico: la tenuta ‘Le Costantine’, a pochi chilometri da Otranto, frutto di una illuminata gestione ‘al femminile’; una storia che percorre tutto il Novecento attraverso l’opera della marchesa Carolina de Viti de Marco e delle sue due figlie, Lucia e Giulia. “È stato un confluire di energia e di passione politica”, continua la Nuzzo. “Molte si sono iscritte all’associazione, altre hanno continuato a lavorare con noi, confrontandoci sugli strumenti e le forme della politica”. Un confronto reale seppur faticoso che non ha mai assunto le sembianze di un rapporto ‘insegnante-alunna’ o ‘madre-figlia’ ma che si è configurato sempre come un arricchimento reciproco: “Capire qualcosa delle giovani donne con cui mi trovo a contatto - continua la delegata - è uno sforzo notevole perché devo continuamente agire su di me per non cadere nel pregiudizio o peggio ancora nel maternalismo”. Ma è uno sforzo che negli anni ha dato i suoi frutti anche nell’elaborazione politica dell’Udi. Il desiderio di parlare del ‘corpo’ ad esempio, manifestato dalle più giovani nel corso della seconda edizione della Scuola, ha poi determinato il tema al centro della Scuola Politica 2008 (dal titolo “Il corpo vissuto, il corpo rappresentato”). “Abbiamo il dovere - dichiara la Nuzzo - di ripensare come rappresentare i nostri corpi e la loro inviolabilità, e per le giovani questo è più urgente. Non sarei tornata su questo pensiero se non avessi parlato con tutte loro nel corso di questi anni. Di questo sono loro riconoscente”.

L’attuale esperienza della Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, che da novembre sta percorrendo la penisola grazie al lavoro di tante e tante donne, dell’Udi e non, si è rivelata, sottolinea la delegata nazionale, una vera e propria scuola di politica in presa diretta che l’ha indotta a pensare per quest’anno una scuola diversa. “Sostenere il confronto con le altre donne e con le istituzioni e far vivere un progetto politico di donne vuol dire esporsi pubblicamente. E assumersi delle responsabilità. Per questo ho pensato che fosse necessario dare un altro taglio alla scuola di quest’anno. Un taglio che tenga conto della crescita politica delle donne dell’Udi. Ma anche di quelle che stanno facendo con noi un pezzo di strada”. ‘Che ti sei messa in testa? L’ambizione tra politica, sapere e vita pubblica’ è il risultato di questo ripensamento. Le lezioni, che si terranno dal 3 al 6 settembre prossimi presso la sede nazionale dell’Udi a Roma, si avvalgono di preziosi contributi: parteciperanno infatti, tra le altre, Federica Giardini, docente di Filosofia politica, Cristina Magnaschi, giornalista ed ex direttora di Confidenze, e Claudia Mancina, docente di Etica dei diritti.

“Noi dell’Udi abbiamo proposto, a donne che non hanno conosciuto il femminismo perché erano troppo giovani o perché in quel momento facevano altro, di fare politica. Mostrando loro attraverso l’esperienza passata che la politica ha forme e regole che si apprendono. Mostrando nei fatti che parlare tra donne è un atto di responsabilità reciproca e di crescita collettiva. Che uno spazio fisico deve essere predisposto perché accolga noi stesse e le altre, perché sia aperto ma con delle regole. Quelle che ci diamo a seconda dei nostri desideri e dei nostri progetti”. E su questa linea l’Udi continua a lavorare: perché, conclude Pina Nuzzo, non abbiamo fatto tutto.



(22 giugno 2009)

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