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Che ti aspetti dalle donne nel nuovo Parlamento?

Che ti aspetti dalle donne nel nuovo Parlamento?

Sondaggio di maggio - "Leggermente migliorata la presenza delle donne in Parlamento, anche se ben lontana dal fatidico 50e50"

Rosa M. Amorevole Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008

Leggermente migliorata la presenza delle donne in Parlamento, anche se ben lontana dal fatidico 50e50: le donne alla Camera passano dal 17% al 21%, mentre al Senato dal 13,5% al 18%. Sono totalmente assenti nel gruppo misto. Se guardiano i partiti, le donne elette nelle liste PD alla Camera sono il 28,6%, il 20% quelle di PdL e Lega, il 6% e il 7% rispettivamente nell’UDC e nell’Italia dei Valori. Raggiungono il 30% le donne PD al Senato, il 17% e il 18% nei due gruppi misti, il 15% nella Lega e il 14% nell’Italia dei Valori, solo il 9% nel PdL. Una curiosità, purtroppo senza distinzioni di genere perché le statistiche parlamentari non le riportano: alla Camera il 50% dei deputati è formato da persone che esercitano la professione di avvocato (14%), dirigente (13%), imprenditore (12%) e di giornalista (10%). Al Senato, invece troviamo: dirigenti (15%), avvocati (14%), imprenditori (12%), docenti universitari (11%), amministratori locali (9%). Solo quattro donne nella compagine di governo, due delle quali senza portafoglio. La stampa straniera rileva questa scarsa presenza femminile: El Pais confronta la situazione italiana con quella del governo Zapatero (9 donne su 17 ministeri), osserva che sono meno del 20% e che due sono senza portafoglio; il Telegraph, invece, ricorda che alle pari opportunità è stata messa l’ ex showgirl alla quale Berlusconi aveva detto per scherzo che l’avrebbe sposata, dichiarazione che aveva attirato le ire della moglie Veronica tanto da chiedere ed ottenere pubbliche scuse. Ma la stampa italiana si differenzia sviluppando forti momenti di informazione sull’abbigliamento il giorno del giuramento: la scelta di giacca e pantaloni per tutte e quattro le neoministre, “con poche variazioni in termini di colore e accessori”. I più attenti indicano chi porta i sandali senza calze, chi ha il tailleur più brillante o i capelli che non arrivano alle spalle. Tra gli uomini, solo di Calderoni si parla della sua cravatta verde. Di tutto ciò siamo grate, come avremmo fatto a vivere senza questa essenziale informazione! Cosa aspettarsi dalle donne in Parlamento? Le risposte si polarizzano in ugual maniera su due opzioni: “nulla di più di quello che hanno fanno coloro che le hanno precedute” (31%) e “ricercheranno nuovi rapporti con le donne all’esterno per rafforzare la loro azione interna” (31%). C’è poi chi pensa che si adatteranno al modo di fare politica maschile (19%), chi ritiene che potranno affrontare quanto non trattato prima (13%), magari con maggiore attenzione alle donne (6%). Tra coloro che manifestano sfiducia, la paura che vengano toccate leggi considerate conquiste per le donne o comportamenti poco incisivi; c’è poi chi ritiene che affronteranno quei temi non trattati dal governo precedente: dalla legge contro la violenza, il rilancio dei consultori, sicurezza – magari in “maniera più autoritaria” - o i temovalorizzatori in Campania. La parte femminile dei due grandi schieramenti opposti potrebbe fare un lavoro trasversale, come ad esempio: “impedire che siano emanate leggi poco rispettose delle donne”, la legge contro la violenza sulle donne, rafforzare la presenza femminile nelle istituzioni, il razzismo, il rilancio del lavoro giovanile, una maggiore attenzione all’impatto di ogni tematica sul genere femminile e la pretesa – nei confronti degli uomini parlamentari - di lavorare tra donne sui temi delle donne. Quello che da loro si vorrebbe sono interventi sulle leggi che riguardano le donne (come la legge 40, ad esempio), ma anche azioni sul versante dell’ambiente, del sociale, della tutela della salute. Ed una richiesta, quella di relazionarsi anche con chi non siede sugli scranni parlamentari. Siamo all’inizio di una nuova legislatura e le valutazioni sui programmi e sulle azioni debbono essere rimandate. Come donne comunque dobbiamo augurarci, ed augurare alle Ministre, che in un prossimo futuro qualsiasi donna che scelga di fare politica non venga ricordata solo per come veste, ma per quello che fa.

(3 giugno 2008)

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