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Che ridano i miei occhi

Che ridano i miei occhi

- Maria Teresa Pellegrini Raho, Il nodo alle radici, ed. Puntoacapo

Giancarla Codrignani Giovedi, 02/04/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2015

"Una bimba / si china a raccogliere il mondo / che si rivela nell'acqua che le corre incontro / che si arricciola sui sassi e torna indietro / e poi ancora / le corre incontro e mai finirà / lo stupore…". Scelti a caso pochi versi rivelano la cifra della poetica di una donna che non a caso è anche pittrice di immagini dallo stile elegante e personale. Infatti è l'indugiare sulle immagini che favorisce lo sviluppo polisemico del senso. Maria Teresa è una mia amica e presumo di interpretarne il sentire: scrive di bambine, di figlie che vanno incontro alla vita e sono le sue figlie, come anche lei e noi siamo state tutte. Anche le madri quando erano piccole non si vedevano crescere, ma si rivivono da grandi perché con le figlie riscoprono lo stupore di momenti concreti lontani: così tutte le madri, quella di Maria Teresa, la mia, la tua…. In questa cifra si manifesta la vena poetica femminile: una donna non ignora la fatica di superare gli urti dei massi pesanti e delle onde infuriate, ma cerca (e ricerca) di cogliere, comunque, a partire da sé, il mondo. Se una ha mente lucida non si illude: "occorre rischiare l'incomprensione / e cercare dove nessuno cerca" perché anche quando "la gioventù del corpo" si appanna, "l'Anima si rinnova". Possiamo giustificare le nostre pene, non quelle di nostra madre, che ha avuto un destino di donna peggiore, perché compreso dalla generazione delle figlie solo quando non c'era più tempo per rimediare. L'ansia di capire di più induce a chiedere spiegazioni agli illustri filosofi ("pensatrici proprio non mi viene!") ma loro stanno lì, dopo troppe parole, con le braccia allargate davanti al mistero. Si può cercare una fede, ma le chiese sono distanti, tutte stucchi e apparati e anche l'organo della musica - che ti aiuterebbe a sentire la consistenza dell'anima che, nuda, si vuole sentire grande - è "issato su un balcone con una balaustra ricca di riccioli e angeli e piccole colonne e candelabri preziosi, col sole che appare prigioniero di ogni increspatura e che pure sa fuggire andando oltre, lasciando un'ombra calda e dorata". Meglio lasciarli tutti lì, "a spiegare" e fermarsi a sentire battere il cuore ("sebbene non ne capisca nemmeno una parola") e pensare alla rovina di torri e cavalieri e disfatte e, una volta "posata la polvere dei secoli / dietro alle rovine / si possa finalmente udire la voce che da sempre grida: / Vedete! / Era solo una Donna". È proprio la voce di una di noi: "siamo tutte uguali / noi che rubiamo il tempo / facendo finta / di usarlo", perché prese dalla vita che amiamo anche se non è fatta per noi.



Maria Teresa Pellegrini Raho, Il nodo alle radici, ed. Puntoacapo

 



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