ReteDonne e.V. - Dopo l’incontro di Lipsia sulla Medicina di genere, la parola a Eleonora Cucina, vicepresidente ReteDonne e.V.
Bartolini Tiziana Lunedi, 17/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016
“ReteDonne tratta ogni anno tematiche diverse, scelte in base agli interessi e alle proposte delle socie oltre che alle competenze che abbiamo all’interno della nostra rete. Proposi la Medicina di genere già in occasione del nostro convegno a Berlino del 2013. Parlandone insieme, ci siamo rese conto di quanto poco se ne sappia e quanto sia importante creare una consapevolezza maggiore sulle differenze anche nel campo della salute e della medicina. Abbiamo quindi attivato le professioniste di ReteDonne esperte del campo e contattatoaltri gruppi di donne, in primis proprio la redazione di NOIDONNE e DonnaeSalute. A Lipsia, una nuova città nella quale ReteDonne ha fatto tappa quest’anno, il tema si è innestato in un contesto ideale. Eravamo infatti ospiti del centro culturale KunstKraftWerk, fondato da un’affermata oncologa italiana, Luisa Mantovani, che è stata anche una delle straordinarie referenti del convegno. Luisa Mantovani ha colpito tutte per la sua capacità di unire alla sua solidissima base scientifica di oncologa e ematologa ad un approccio olistico della salute, con concreti progetti di supporto alle donne colpite da cancro, alle loro famiglie (HausLebene.V. http://hausleben.org/) e ai figli (con il progetto Friesennest). Nelle sue slides ha presentato agghiaccianti statistiche di 75mila donne colpite da cancro al seno in Germania l’anno, cioè più di 8 donne ogni ora.
Questi numeri sono stati da lei però subito tradotti in un’iniziativa di sensibilizzazione e prevenzione che consiste nel rendere visibile questa tristissima realtà. Con il pink shoeday le piazze della città si riempiono di scarpe rosa, un paio per ogni donna che si ammala di cancro. Anche noi abbiamo contribuito con la consegna di scarpe rosa per il prossimo appuntamento del 15 di ottobre. E se è vero che il cancro oggi si cura più facilmente, l’aumento esponenziale di nuovi casi, non fa cambiare i numeri dei decessi. La guarigione dipende dallo stadio della malattia e la ricerca ci dice che nel 62% dei casi sono le donne stesse a scoprirlo. La Mantovani ha inventato un sistema di seni di silicone per insegnare a fare l’autopalpazione. Il tema della medicina di genere e delle discriminazioni nella ricerca, diagnosi e cura si è così subito arricchito di concrete best practices”.
A parlare è Eleonora Cucina, vicepresidente di ReteDonne e.V, ideatrice e organizzatrice insieme alla presidente Lisa Mazzi dell’evento del 24 settembre dal titolo ‘Che genere di medicina. Medicina di genere: una prospettiva per le donne’, cui ha partecipato, oltre a Annalisa Maggiani (con un workshop di danza terapia) e Anna Periz (con una riflessione sullo sguardo di genere sulla psiche femminile), anche Fortunata Dini, portando l’esperienza del progetto DonnaeSalute e la voce di NOIDONNE. Fortunata Dini ha illustrato i limiti del modello biometrico occidentale incentrato sulla malattia, avvalorando la necessità di diffondere un modello bio-psico-sociale, che guarda alla salute e all’individuo e si avvale della medicina integrata. “Sul tema della Medicina di genere la Germania ha più o meno la stessa attenzione dell’Italia. Accanto alla mancanza di sensibilità di genere nella diagnostica e alle carenze nella ricerca farmacologica riscontriamo la mancanza di consapevolezza da parte delle persone e delle donne. A livello istituzionale ci sono invece addette ai lavori che si impegnano fortemente. Un nome importante è quello di Vera Regitz-Zagrosek, la cardiologa che già nel 2003 fondò una cattedra per la Medicina di genere presso la Charité a Berlino, nonché associazioni a livello nazionale e internazionale.
A Lipsia proprio quest’anno è stato avviato un ciclo di conferenze su questo tema, organizzato dalla Prof. Dr. Katarina Stengler, con la quale siamo in contatto, e che ha come scopo la promozione della ricerca e della consapevolezza, l’aumento delle cooperazioni scientifiche e del networking in questo campo. Il cammino da fare è lunghissimo, ma siamo liete che la politica cominci a mostrare sensibilità in merito. L’Onorevole Garavini, intervenuta in apertura, ci ha informato che la Medicina di genere sarà uno dei temi trattati dal prossimo G7!!”
A che punto è il cammino dall'associazione, chiediamo a Eleonora. ”ReteDonne è la piattaforma delle italiane in Germania (e in Europa) fondata nel 2010 ad Amburgo. Da allora abbiamo organizzato incontri in molte città tedesche: Francoforte, Berlino, Amburgo, Monaco, Stoccarda e quest’anno a Lipsia, trattando sempre argomenti diversissimi in una prospettiva di genere. A livello locale si sono creati o rafforzati dei gruppi che tengono insieme il tessuto concreto di contatti personali, offrendo sostegno reciproco e orientamento e per la nuova immigrazione. I gruppi hanno lavorato anche a temi culturali e sociali, stabilendo importanti cooperazioni con istituzioni italiane e tedesche. Penso ad esempio al lavoro fatto da RDB e ReteDonne con il Museum Europäischer Kulturen a Berlino, presentando la mostra “ErfüllbareTräume? Italienerinnen in Berlin” (“Sogni realizzabili? Italiane a Berlino”) o alla recente manifestazione del DICA a Amburgo con la lettura scenica de “Le ribelli, storie di donne che hanno sfidato la Mafia per amore” in presenza dell’autore Nando dalla Chiesa. ReteDonne collabora al momento anche con la federazione delle organizzazioni di donne in migrazione DAMIGRA, di cui è componente, ed ha presentato vari progetti locali a sostegno all’integrazione di donne rifugiate. Lipsia ci ha accolto con una bellissima energia e ci ha regalato momenti e incontri straordinari.
#foto5dx#Cito la bravissima Elettra Bargiacchi e il suo raffinatissimo programma di chitarra classica, Nicole Rundo, responsabile marketing del KunstKraftWerk, che dopo averci sostenuto nell’organizzazione dell’evento, è ora membro eletto del direttivo. Anna Costalonga, blogger di “Donne Visibili” la quale ha affermato che le donne di Lipsia che finora avevano ignorato l’esistenza di ReteDonne e.V. non avranno più scuse: formeranno in un nuovo gruppo per portare insieme avanti progetti comuni. Ci riteniamo molto soddifatte”.
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