Monica Marelli è nata a Milano nel 1968; fin da piccola era affascinata dalla scienza e dall’astronomia. Si è laureata in fisica con una tesi sulla cura dei tumori con le radiazioni pesanti. Adora le scarpe, i gatti, il cinema, leggere prima di dormire, i film di fantascienza, i telefilm di Star Trek serie classica e la serie Sex&the City. È vegetariana.
“Il Tao della fisica” ti ha evidentemente ispirata. Cosa senti di avere in comune con l'approccio di Fritjof Capra?
Capra è affascinato dalle filosofie e dalle religioni orientali, nelle quali scopre un percorso che inevitabilmente porta alle stesse domande a cui sono chiamati a rispondere anche i fisici: da dove veniamo? Perché c'è la vita? Esiste un istante primordiale o l'Universo esiste da sempre? E così via. Io sono d'accordo con lui anche se parto da un punto di vista differente: amo citare la frase di un mio professore dell'Università che bene riassume il mio pensiero: La Fisica è la più spirituale delle scienze. Ed è vero: la meccanica quantistica, la parte di fisica che si occupa di indagare cosa accade a livello atomico, lo ha dimostrato. C'è un legame, una connessione misteriosa e profonda secondo la quale una persona che conduce un esperimento, di solito chiamata osservatore, interferisce con i risultati dell'esperimento stesso. Un esempio su tutti: la luce si comporta come una particella o come un'onda a seconda dell'apparato sperimentale con cui si trova ad interagire. Chi pensa che la fisica sia la scienza fredda e calcolatrice, non ha capito niente della fisica stessa. Il fisico è come un bambino: non smette mai di stupirsi come le leggi della rifrazione creino un bellissimo arcobaleno, una vera gioia per gli occhi, o come l'attrito permetta alle donne di camminare su tacchi vertiginosi. E la luce delle stelle? Guardare un cielo buio punteggiato di stelle e sapere che quella luce ha impiegato miliardi di anni per giungere ai nostri occhi e che forse quella stella particolare non esiste più, non è affascinante? Ancor più stupefacente è la cosmologia: nessuno è ancora in grado di dire cosa sia accaduto nell'istante primordiale, quello che diede il "la" a tutto l'universo. Quanto è stupefacente sapere che quello che noi chiamiamo "vista" è un incontro fra i nostri nervi e dei quanti di luce chiamati fotoni visibili? E il tatto qualcosa di illusorio visto che quando tocchiamo un oggetto in realtà sono i gusci esterni formati dagli elettroni degli atomi che formano la nostra pelle che si incontrano e trasmettono in impulso elettrico al cervello questa sensazione. Idem per il suono: molecole d'aria che ritmicamente urtano il timpano. E il gusto: incontri di elettroni fra i recettori della lingua e quelli che avvolgono le molecole del cibo (per questo i grassi sono così buoni: restano più a lungo attaccati ai recettori). E l'olfatto? molecole che "sbattono" contro le estremità di neuroni specifici: sì, il nostro cervello è collegato con l'aria attraverso di essi!
Secondo te quanto incide il pregiudizio per cui i maschi sono più "scientifici" delle femmine nelle scelte di studio di queste ultime?
Quando mi iscrissi all'università, maschi e femmine erano in egual numero. Confortante, pensai. Poi man mano che passano gli anni, le donne si perdono e quelle che arrivano fino alla fine sono sempre meno. Perché? Ma è semplice: noi abbiamo uno spirito di sacrificio innato (è inutile negarlo) che ci fa rinunciare alle nostre scelte per preferire quelle degli altri: il matrimonio, l'accudimento degli anziani, quello dei figli... tutto viene sempre prima delle nostre esigenze. Sono davvero poche le donne che possono permettersi di avere entrambe le cose. Sicuramente nello stereotipo del maschio geniaccio della scienza ha inciso moltissimo l'eredità storica dell'educazione. Le donne dovevano fare figli e badare alla casa, lo studio era qualcosa riservato ai maschi e ai più ricchi. Se pensiamo che il diritto di voto in Italia lo abbiamo conquistato nel 1946 e solo nel 1979 le nazioni unite lo hanno ritenuto ufficialmente un diritto...
Come definiresti La Fisica delle ragazze, il tuo quarto libro? Più "glamour" o più "tecnico"?
La Fisica delle ragazze è stato divertentissimo da scrivere! È un breve romanzo in cui ho cercato di mescolare nozioni scientifiche (senza formule!) e aspetti glamour della fisica, come avevo fatto nella Fisica del Tacco 12 ma con spunti differenti. Nelle "Ragazze" racconto come funziona uno smalto, un correttore per i brufoli, come mai gli occhi azzurri sono in un certo senso molto simili a quelli marroni e tante altre cose. Non manca neanche una tenerissima storia d'amore fra la protagonista e un suo compagno di scuola. E una lezione finale che farà capire alla ragazza che avere donne che studiano non è una cosa così scontata!
La fisica, in quanto scienza che studia i fenomeni naturali, ha il pregio di unire il mondo reale con il mondo teorico, attraverso l'osservazione. Pensando al tuo percorso di scienziata e di scrittrice, che cosa hai "guardato" e "sentito" di più?
Sicuramente ho guardato il cielo stellato. Era uno spettacolo che mi affascinava fin da bambina. Quando mio padre, avrò avuto 5 anni, mi disse: “Sai, forse quelle stelle che stai guardano non ci sono più”, rimasi sbalordita. Non mi diede la risposta sul perché, ma io rimasi affascinata da questo misterioso spettacolo e appena ne fui in grado, cominciai a leggere libri di astronomia per bambini (negli anni Settanta ce ne erano pochissimi!). Poi per capire il funzionamento delle stelle, occorrevano nozioni di fisica e lì l'innamoramento fu completo! Per un fisico osservare è l'attività principale, almeno per i teorici. Non dimentichiamo i fisici sperimentali, quelli che si "sporcano le mani" e toccano con mano la fisica, realizzando gli esperimenti che confermano la teoria!
Pubblicazioni di Monica Marelli
La fisica del miao (2007, Editoriale Scienza - Giunti)
La fisica del Bau (2009, Editoriale Scienza - Giunti)
La fisica del Tacco 12 (2009, Rizzoli)
La fisica delle Ragazze (2011, Editoriale Scienza - Giunti)
In uscita il 6 luglio 2011: Sex & The Physics (Rizzoli), scritto insieme al fisico Emiliano Ricci
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