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Che farà la galassia dei laici cattolici?

Che farà la galassia dei laici cattolici?

Dopo Todi - In tema di vita, famiglia e scuola i valori della Chiesa continuano a essere non negoziabili. Come non rimpiangere De Gasperi?

Stefania Friggeri Lunedi, 19/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2011

“Voi dovete diventare dei missionari, anzi degli apostoli, vi spiegherò il Vangelo di Forza Italia”. Queste parole sono di Berlusconi battezzato da don Giussani “l’uomo della Provvidenza” perché durante il suo governo, in una logica di scambio basata sul puro calcolo “costi-benefici”, in Italia è stato scritto un terzo Concordato che suona così: “A me, Chiesa, più esoneri fiscali, l’8 per mille, più scuole cattoliche e più soldi alle scuole cattoliche; inoltre voglio la certezza che la mia etica assolutistica, antilaica e antidemocratica, diventi etica di Stato e che sia imposta per legge a tutti, obbligando i non cattolici e i non credenti a vivere come se Dio ci fosse. A te Berlusconi la legittimazione, il prestigio, il consenso - sia interno che internazionale - che ti derivano dal mio magistero spirituale” (Martelli). Ma nel vasto mondo della Chiesa non mancano i fedeli la cui lettura del Vangelo li porta molto lontano dalla logica spartitoria denunciata dal prof. Martelli. Eppure le voci dei dissidenti sono timide e in ogni caso, essendo prive di eco mediatico, incapaci di farsi sentire. Non solo: le voci dell’alto magistero, amplificate dai media, vengono sempre accolte dai fedeli con l’ossequio di chi è stato educato alla sottomissione verso l’autorità. Pare insomma che non disturbi troppo l’ingerenza del Vaticano su questioni strettamente politiche (ricordate il Family Day?). La stessa Bindi, spirito aperto e democratico, pur di rendere i Dico tollerabili ai vertici della Chiesa, aveva ottenuto che non prevedessero una dichiarazione congiunta dei conviventi davanti all’ufficiale dell’anagrafe, sostituendola con una ridicola ed umiliante raccomandata con ricevuta di ritorno. Eppure il suo fu bollato come un grave atto di disobbedienza e i Dico finirono, grazie a Mastella e ai teodem margheritini, su un binario morto. Come non rimpiangere De Gasperi che, quando (amministrative1952) il “partito della curia” chiese alla Democrazia Cristiana di allearsi con la destra fascista e monarchica per creare un fronte anticomunista, si oppose e fece intendere che un partito, anche se formato per la maggioranza da cattolici, doveva comunque mantenere un’ottica politica di autonomia dal Vaticano. Così che alla richiesta di un’udienza privata, in occasione dei voti della figlia, suor Lucia, e in coincidenza dei suoi trent’anni di matrimonio, Pio XII oppose un rifiuto. Questa la lettera che De Gasperi scrisse all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede: “Come cristiano accetto l’umiliazione, benché non sappia come giustificarla come Presidente del Consiglio…; la dignità e l’autorità che rappresento e delle quali non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, mi impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento”. Oggi anche l’Alto Magistero, avendo intercettato nel mondo della Chiesa umori profondi e diffusi di disgusto, ha abbandonato il premier. Ma come risponderà la galassia cattolica all’invito del cardinal Bagnasco di purificare l’aria di un paese sprofondato nella palude della corruzione e del malaffare? Sono mesi ormai che va avanti il lavorio dei cattolici intorno a quale strategia adottare per conservare la forza contrattuale guadagnata nel ventennio Craxi-Berlusconi. Ma il passato non offre modelli adattabili ed infatti a Todi, in ottobre, si sono riuniti i rappresentanti del laicato cattolico organizzato per dare una fisionomia precisa alla “Cosa Bianca”. Pare sia uscita questa formula: no ad un partitino, sì all’impegno corale per formare un movimento culturale, prepolitico, e tuttavia interlocutore privilegiato del mondo politico. Il cardinal Bagnasco ne ha tracciato i fondamenti e le finalità: “ (La Chiesa) non cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del matrimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della libertà religiosa ed educativa: valori sui quali si impianta ed è garantito ogni altro valore declinato sul piano sociale e politico”. Tradotto: in tema di vita, famiglia e scuola i valori della Chiesa non sono negoziabili. LA VITA. La vita di chi? Ovviamente dell’embrione al quale il magistero assegna lo status di cittadino a pieno titolo; e se la supposta volontà di vita dell’embrione, magari malformato, entra in conflitto con la volontà della madre? Semplice, storpiamo la 194 e facciamo entrare nei Consultori, snaturati e sempre più malandati, il Movimento per la Vita. Come avviene nella Lombardia del ciellino Formigoni o nel Piemonte di Cota o nel Lazio della Polverini. LA FAMIGLIA. Anche qui totale mancanza di attenzione verso la figura femminile. Ma è sensato pretenderlo da un’assemblea di maschi, età media oltre i settanta, educati nei seminari, cresciuti in un ambiente sociale misogino e patriarcale? SCUOLA. La lettura capziosa dell’art.33 della Costituzione del governo Prodi che ha trasformato le scuole private in “paritarie”, non solo obbliga lo Stato a finanziarle ma, non meno grave, rappresenta un autentico “vulnus” alla Costituzione e spinge l’opinione pubblica ad accettare l’idea che i principi costituzionali siano, quelli sì, “negoziabili”. Insomma, cosa possiamo aspettarci dalle “negoziazioni” che porteranno il paese oltre Berlusconi? Impegnato in un nuovo e difficile processo di scomposizione e successiva ricomposizione, il mondo cattolico è alla ricerca di interlocutori credibili e Bersani, subito dopo Todi, si è incontrato con Fisichella, il cardinale che ha ‘contestualizzato la bestemmia di Berlusconi’. Ribelle a questo costume tradizionale, in cui l’anima delle donne non risuona, Paola Concia sull’Unità ha proposto la costruzione di un paese “giusto e gentile” attraverso “un cambiamento profondo di cultura politica…Primo passo…una scelta politica netta di investimento sulle energie delle donne…La società che vogliamo non può che passare attraverso la voce, lo sguardo e il lavoro delle donne. È lampante: gli uomini da soli hanno fallito”.



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