60° Anniversario Costituzione / Laura Polizzi - Intervista all'attuale vice presidente nazionale dell’ANPI Laura Polizzi, la partigiana ‘Mirka’
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
“C’era un comizio di antifascisti e anche io dissi la mia. Avevo 19 anni e da allora non ho più smesso di parlare”. Attuale vice presidente nazionale dell’ANPI Laura Polizzi, la partigiana ‘Mirka’, fu costretta alla clandestinità. Fu partigiana anche in montagna e organizzatrice dei Gruppi di Difesa della Donna. Nel maggio del 1945, tornata a Parma, seppe che tutta la sua famiglia - quattro persone - era stata deportata nei campi di concentramento di Ravensbruck e Mauthausen, dove suo padre morì pochi giorni prima della liberazione del campo.
Nel 1943 lei era minorenne, come poté fare la scelta così forte di entrare nella Resistenza?
Sono cresciuta in una famiglia di antifascisti. L’8 settembre in piazza Garibaldi avevano parlato gli esponenti dei vari partiti. A un certo punto ci fu rumore e tutta la gente se ne stava andando via… io mi sono arrabbiata e, arrampicata sul monumento, ho gridato che non dovevano abbandonare la piazza. Così i dirigenti dei partiti democratici, gli stessi che poi hanno fatto la Resistenza, mi hanno invitata ad impegnarmi. Chiesi il permesso a mio papà, che mi disse: ‘fai il tuo dovere’.
Furono tante le donne che sentirono quel dovere. E dopo, una volta arrivata la Costituzione?
Il risultato più forte della Resistenza per le donne fu il diritto al voto, cosa che non convinceva neppure gli stessi uomini di sinistra. Per noi fu una gioia, un’esaltazione. La Costituzione mi pareva la naturale conclusione della Resistenza: avevamo lottato non solo per cacciare i nazisti, ma anche per avere la democrazia, nuove leggi, diritti.
Perché secondo lei le giovani donne, oggi, dovrebbero difendere la Costituzione?
Nella Costituzione ci sono i capisaldi del riconoscimento pieno dei nostri diritti. E’ importante che le donne, e anche gli uomini, sappiamo che non sono sempre esistiti questi diritti, che prima del 1948 non c’erano. Soprattutto noi donne abbiamo ancora tante conquiste da fare, ma la strada è aperta.
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